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Gangbang a Milano (2)


di crigio
27.09.2013    |    10.830    |    4 9.3
"Allora un fiotto interminabile inonda le mie fauci ed io lo ingoio voracemente: “Sì…..."
Mentre Alessio, Danilo, Ahmed e Faruk mi guardano così a cosce aperte, Gigi scende dalla mia faccia e si siede sul divano, facendo impennare la sua verga: “Puttanella!”, mi chiama. “Vieni a sederti qua sopra, dai!”. Io mi tiro su, salgo in piedi sul divano, lo scavalco e faccio per impalarmi su quella mazza vibrante. Appena mi accovaccio e allargo le chiappe, dal buco esce lo sperma di Alessio misto a quello di Danilo e il cazzo di Gigi viene lordato dal succo bianco dei due modelli. Quello spettacolo mi fa andare su di giri e rapidamente smonto dal divano e mi precipito a ripulire la verga del napoletano. Non aspettandosi quel mio movimento, Gigi sussulta: “Ma sei affamata! Dai, monta qui che poi ti sazio io!”, dice.
Risalgo su di lui e mi infilzo col suo palo, le cui dimensioni mi danno molto più piacere dei cazzi di Alessio e Danilo. Lo sento per tutte le pareti dello sfintere e me lo godo centimetro per centimetro, facendomelo scorrere dentro lentamente. Salgo e scendo piano e continuo a sporcarlo con gli umori che i modelli mi hanno sputato nelle viscere. Gigi tiene gli occhi chiusi e il capo reclinato e appoggiato sulla testiera del divano: “Come sei caldo e morbido!”.
Intanto, Luciano si porta alle mie spalle e si inginocchia tra le cosce di Gigi. Quando io risalgo lungo l’asta del napoletano, lui la lecca per ripulirla dello sperma che mi esce dal culo, e quando ridiscendo va a succhiare quello colato sulle palle. Ogni tanto la sua lingua viene a titillare il mio anellino spalancato e quello, rilassandosi e aprendosi ancora, sputa altra sborra. Poi, quando io salgo di nuovo, il brasiliano agguanta la verga di Gigi, la estrae dal mio sfintere e se la ingoia, assaporando il succo dei due modelli unito ai miei umori. Quindi, me la ripianta in culo con un colpo secco e preciso.
“AAAAHHHHH!!!! GODOOOOOOO!!!!!!”, urlo.
Quando non c’è più sperma da leccare, Luciano infila un dito nel mio ano già ben dilatato e tira in su cercando di aprirmi ancora. Vista l’elasticità dei miei tessuti, mi penetra subito con un secondo dito e segue il ritmo del cazzo di Gigi. Io mi volto verso di lui e lo guardo con lussuria, leccandomi le labbra e sbavando: “Oh, sì. Scopatemi così!”.
Poi ci aggiunge anche la lingua e la mia rosellina si rilassa ancora e lui ci mette un terzo dito. Sa bene che se vuole scoparmi con la sua bestia deve dilatarmi il più possibile.
“Sei proprio una vacca!”, mi fa. “Non finisci mai di allargarti. Potrei metterci tutta la mano!”.
Intanto, Gigi, stimolato, oltre che dai muscoli del mio sfintere, anche dalle dita di Luciano, comincia a dare segni di cedimento. “Cazzo! Così mi fate venire, però!”, rantola.
“In bocca, in bocca…!”, ansimo io.
“Sì, tranquillo. Tra poco potrai bere in abbondanza, troietta!”, mi fa lui e, stringendo gli addominali tanto da mettere ben in mostra la tartaruga e appoggiandosi sulle mani, inizia a percuotermi col suo bacino arrivando a toccare i meandri più profondi dei miei intestini.
D’un tratto il suo corpo comincia a vibrare: “OOOOHHHHH merdaaaaaaaaa!!!!! Devo sborrareeeeeeeeee!!!!!!”, geme e con la forza delle sue braccia mi fa alzare e mi spinge giù dal divano, mentre lui si alza in piedi. Io mi inginocchio e spalanco la bocca tirando fuori la lingua aspettando ansiosamente il meritato premio.
Allora un fiotto interminabile inonda le mie fauci ed io lo ingoio voracemente: “Sì…. glugh… slurp… ancora… mmmm… glugh… glugh… slurp… mmmm… com’è buono… mmmm…”. Quella verga sputa davvero una quantità impressionante di succo e di un sapore così buono da accendermi tutti i sensi. Dopo quel primo lunghissimo schizzo, la mazza di Gigi rimane dritta e gocciolante e mi avvicino per inghiottirla, ma subito un altro spruzzo esagerato mi riempie la gola.
“Eri proprio assetata! Ne ho quanta ne vuoi, puttanella! Bevila tutta, dai!”, mi esorta rantolando ed io annuisco, guardandolo bramoso. Quando l’asta smette di erogare sborra, la ingoio completamente, ma quella di nuovo mi abbevera e mi riempie la bocca. Tutto quel ben di Dio mi scatena sensazioni sconvolgenti per tutto il corpo: inizio a tremare e un brivido sale e scende lungo la schiena. Sporgo il culo e la rosellina si dilata, i capezzoli si induriscono, il mio cervello e ubriaco di quel sapore e di quell’odore meravigliosi. Vado in apnea e smetto di ingoiare e la sborra comincia a colarmi dai lati della bocca. Quando riprendo a respirare, agguanto le chiappe muscolose di Gigi e lo incito a scoparmi la bocca, mentre ricomincio ad inghiottire tutto. L’orgasmo mi ha scatenato un’enorme voracità e succhio sonoramente cercando di svuotargli le palle.
“Oh, cazzo! Baaasta… basta così…!”, rantola il napoletano ed estrae il cazzo dalla mia bocca. Ma quello mi appare come un pasto appetitoso, così tutto insozzato di sperma e di saliva, e allungo la lingua per riprendermelo, ma Gigi me lo porta via stravaccandosi stremato sul pavimento: “Ma sei insaziabile!”, ansima.
Ancora in preda alla lussuria, io mi guardo intorno e vedo Luciano alle mie spalle: “Tocca a te!”, gli faccio e mi sdraio sul divano, aprendo le cosce con abilità da contorsionista. Raccolgo con una mano l’impiastro che mi circonda la bocca e me lo spalmo sul buco spalancato: “Dai, scopami! ORA!”, gli ordino.
Luciano appoggia la cappella del suo cazzo, grossa come una pesca, sul mio ano e inizia a spingere. Il mio anello si dilata e accoglie completamente quel frutto: nessun dolore, ma solo un ininterrotto e crescente godimento, tanta è l’eccitazione che mi ha provocato la bevuta di poco fa.
“Non ho mai provato un orgasmo di bocca e, se è questo l’effetto che fa, ne voglio ancora e ancora e ancora!”, penso mentre il brasiliano comincia a muoversi dentro di me. Io agito il mio bacino facendogli capire che deve fottermi. Lui sembra perplesso: forse ha paura di farmi male.
“DEVI SBATTERMI! FORTE!”, lo cazzio.
“Ah, è questo che vuoi? Bene!”, ed il suo corpo si fa più pesante sul mio, il suo ventre percuote le mie chiappe, la sua mazza mi penetra per intero ed il mio buco acquista una dilatazione mai avuta prima. Mi porto le mani sulle natiche e con i pollici e gli indici segno il contorno della verga di Luciano, ma le mie dita non riescono a toccarsi tanto è grosso quel cazzo. Guardo il brasiliano con occhi iniettati di lussuria e la bava alla bocca: “Adesso sì che ragioniamo!”, ansimo. “Dai, così, ancora, ancoraaaaa!!!! MMMMMMMMMMMM!!!!!!!!!”, e mi scopa con violenza, trapanandomi lo sfintere.
“Porca puttana! Ma quanto sei larga!”, impreca lui.
“Sìììììì, sono tutta aperta per te, stallone mio!”, gli rispondo, con fare da gran troia, e continua a sprofondare nelle mie viscere, provocandomi un principio di orgasmo anale. Infatti, quella dilatazione esagerata del culo mi scatena i primi spasmi alle gambe. Il sussulto del mio corpo sbilancia un po’ Luciano che mi osserva stranito.
“Preparati! Sta arrivando…!”, gli sussurro.
“Chi… cosa…?”, prova a chiedermi lui.
“Non fermarti!”, gli urla da dietro Ahmed, e Luciano accenna a voltarsi verso il turco, ma io gli afferro la testa e le fisso su di me: “Sta’ tranquillo! Tu continua a fottermi!”, gli ordino. Il brasiliano non si fa certo pregare e con un altro affondo mi parte una convulsione dallo sfintere fino al cervello. Il mio busto fa un salto sul divano, la mia testa schizza pericolosamente ad un centimetro da quella di Luciano e le mie unghie si piantano nella sua schiena.
“AAAAAAAAAAAHHHHHHHHHHHHH!!!!!!!!!!!!!”, urlo, ed il mio corpo trema violentemente. Vedo Ahmed che si porta dietro al divano e fa dei cenni a Luciano per rassicurarlo, ma questo è ormai distratto dal massaggio stringente che il mio sfintere pulsante gli sta facendo al cazzo.
Mentre i nostri corpi vibrano all’unisono, io lo bacio sulla bocca e gli sussurro: “Sì, bravo, vieni dentro di me. Sborra tutto, tutto, tutto!”, e la sua mazza si ingrossa ancora a ritmo serrato, fiottando sperma nei miei intestini.
“Sì, vengoooooooooooo!!!!!! oooooOOOOOOOOOOOOOOOOHHHHHHHHHHHH!!!!!!!!!!”, geme Luciano, sempre più forte e continuando a percuotermi finché non si svuota completamente le palle.
Poi, sguscia fuori da me e precipita a terra su un fianco, respirando affannosamente.
Con una mano mi accarezzo il buco e con le dita raccolgo la sborra del brasiliano. Me le porto alla bocca e le succhio avidamente assaporandone l’aroma, chiudendo gli occhi e contorcendomi sul divano.
“Allora: chi manca?”, chiedo ansimando e quando tiro su la testa e riapro gli occhi Ahmed e Faruk sono in piedi davanti a me, belli come il sole, con una mano sulla patta dei jeans, pronti a sbottonarla.
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