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Gay & Bisex

Big Bang (4)


di crigio
30.06.2016    |    8.148    |    4 9.5
"Adesso anche Luz ha alzato la sua mano, andando a tastare il torace del mio boy..."
Hans esce dal bagno e viene a salutarmi, abbracciandomi. “Thank you!”, gli dico in inglese, non conoscendo il tedesco.
“Thank you!”, ribatte lui, marcando in particolare l’ultima parola e indicandomi col dito. Mi è davvero grato per averlo fatto godere così tanto e forse anche lui, come Michel, non vedeva l’ora di farsi nuovamente quattro salti con me.
Poi, dà un bacio anche agli altri e una stretta di mano ad Enrico ed esce dal loft. “Ha detto che aveva fretta perché deve lavorare”, ci chiarisce Michel.
“Lavora ancora in quel bar?”, gli chiedo.
“Sì, sempre là”, mi conferma lui. “Allora: veniamo a noi!”, aggiunge poi rivolto a me e ad Enrico. Ci sediamo tutti attorno alla penisola della cucina, intorno alla vita un asciugamano. “Qui abbiamo i book fotografici dei ragazzi che collaborano con noi”.
“Ehi ehi! Un momento!”, interrompo. “Che cos’è questa storia?”, continuo, lanciando uno sguardo interrogativo a tutti i presenti e ad Enrico soprattutto.
“Dai, amore! Abbiamo ancora due giorni! Visto che siamo qui, approfittiamone, no?”.
“Approfittare di che cosa?”.
“Del fatto di avere a disposizione una quantità enorme di maschi con i quali possiamo divertirci!”.
“… e girare altri video?”, chiedo.
“Sì, certo?”.
“No, no! Non erano questi gli accordi!”, protesto e mi alzo dallo sgabello, subito dopo aver visto Michel che allarga le spalle, sorpreso dalla mia reazione. Che ci fosse un patto tra il mio boy e i due blogger del quale io non ero a conoscenza?
“Ci parlo io”, sussurra Enrico a Michel e queste sue parole confermano i miei sospetti. “Dai, tesoro! Che problema c’è?”.
“Che problema c’è!”, gli faccio eco, alzando la voce. “Non dirmi che sei come quello stronzo di Andrea? Non ti riconosco più!”.
“Ma perché? Perché voglio divertirmi con te?”.
Mi avvicino a lui e sottovoce aggiungo: “Qui non ci stiamo solo divertendo! Stiamo girando dei filmetti che verranno visti da milioni di persone! Non mi va di sputtanarmi così! Devo difendere la mia reputazione, io!”.
“Ah tu? Perché io non ce l’ho una reputazione?”, sbotta lui.
“Che c’entra! Tu fai un lavoro diverso dal mio, che ha anche qualche attinenza con questa roba!”.
“Giusto! Allora facciamo così: prendi il tuo biglietto aereo e torna in Italia. Io rimango qui a divertirmi da solo!”.
“Dici sul serio?”. Questa sua uscita mi lascia esterrefatto. “Faresti questa cosa senza di me?”.
Enrico mi si avvicina cambiando espressione. “Amore, no! Non voglio farlo senza di te. Voglio farlo con te!”.
I suoi occhi si sono fatti teneri. Succede sempre così: quando si addolcisce non gli resisto. “Merda! Perché sei così?”, sbuffo.
Lui sghignazza. “Vuol dire che lo facciamo? Insieme?”.
“Uffa! Va bene! Ma solo questa volta! Poi basta!”.
“Ok ok!”, gioisce lui e torniamo dai nostri amici.
“Scusate. Non volevamo creare dei dissidi tra di voi. Pensavamo che foste d’accordo per lavorare con noi per tutto il weekend!”. Michel manifesta tutto il suo stupore.
“Ecco… Veramente non sono stato del tutto sincero con Giò. Lui pensava di fare solo una scena con Hans. Non gli ho raccontato tutto quello che noi due ci siamo detti per telefono qualche giorno fa”.
“Ah!”. Michel è perplesso. “Non ne avevo idea”. Poi, ci pensa un attimo e continua: “Facciamo così: vi lascio un po’ di tempo per guardare questi book, mentre io e Gerry montiamo la scena di oggi. Ne riparliamo a mente lucida più tardi, ok? Fatevi pure un caffè, se volete. Noi siamo di là”.
“Ok, grazie”, dico al blogger, ed entrambi smontano dagli sgabelli ed escono dall’open space.
“Dai, vediamo un po’ che cosa c’è qui!”, fa Enrico, tutto gasato. I book sono due: uno con i provini degli attivi e l’altro con quelli dei passivi. Sfogliando alcune pagine ci rendiamo conto che, però, diversi ragazzi sono su entrambi, indice questo che si tratta di tipi versatili.
D’un tratto, su quello degli attivi scorgo la foto di un manzo che mi sembra di aver già visto. “Aspetta! Ma questo io lo conosco!”.
“Ah, sì! MMMMM! Che figaccione!”, se ne esce Enrico.
“E lo è davvero! Ti ricordi che ti ho detto che, quando sono stato da Andrea per chiedergli il numero di Michel, nella saletta stavano girando un film? Ebbene: lui era il protagonista maschile, quello che si è scopato Silvia, la sorella di Andrea”.
“Ma dai! Che coincidenza!”.
“Già! Sarà uno del mestiere che avrà fatto provini per diverse case di produzione e anche per produttori minori come Michel e Gerry”.
“Può darsi! Comunque è molto interessante! Guarda qua: è anche sul book dei passivi!”.
“Lo immaginavo: il film che hanno girato al locale era bisessuale e lui, dopo aver scopato Silvia, si è fatto sbattere da un ragazzo!”.
“MMMMM! Molto interessante! Oltre ad avere una dotazione sbalorditiva”, mormora Enrico guardando le foto sul primo book che lo riprendono di fronte e in tiro, “ha anche un culo che dice ‘prendimi prendimi’!”.
“Sì, non è niente male!”, confermo.
“Bene! Direi che lui potrebbe essere la nostra prima scelta. Che ne pensi?”.
“Sì, ok”. Poi, continuiamo a sfogliare. “Perché non ne scegli uno solo per te!”, aggiungo, e gli porgo il book dei passivi. “Voglio vederti anch’io, per una volta, giocare con un pischello che manipoli come ti fa più piacere. Eccita anche me vederti scopare un ragazzino!”.
“Ok, se proprio lo desideri!”, mi accontenta Enrico, e inizia a sfogliare l’altro book. Si ferma davanti alle foto di un tipetto di statura più bassa del normale, di carnagione scura, ma con un fisico perfettamente definito. La foto più grande lo ritrae di schiena a tre quarti, una posa che mette ben in mostra le sue chiappe piccole ma belle alte e sode. Poi, c’è un’altra foto in cui è a pecorina, con il culo tutto rivolto all’obiettivo, dove le sue natiche sono completamente aperte e si vede il buco scuro e raggrinzito, segno che è stato molto usato e che è particolarmente cedevole.
“Ti piace, non è vero?”, gli chiedo, vedendo che si sofferma molto su questo ragazzo.
“Sì, molto! Mi eccita un casino!”.
“Bene! Allora è deciso!”. Ci facciamo un caffè in attesa che tornino Michel e Gerry.
Quando i due blogger fanno di nuovo capolino nell’open space parliamo loro delle nostre preferenze. “Bene! Ottime scelte, ragazzi!”, si complimenta Michel. “Tra l’altro, questo”, e indica l’energumeno moro, quello che mi fu presentato da Andrea col nome di Saverio, “è italiano!”.
“Sì, lo sappiamo!”.
“Davvero?”.
“Sì. Io l’ho conosciuto qualche giorno fa”, rivelo.
“Ah! Allora sapete che facciamo? Per stavolta giriamo solo la scena con Luz, il ragazzino cubano. Nel frattempo contattiamo Saverio e noi ci rivediamo la settimana prossima in Italia per la scena con lui, ok?”.
“Sì, si può fare!”, annuisce Enrico.
“Allora ci vediamo domani, stessa ora, qui, con Luz. D’accordo?”.
“Ok”, ed io e il mio boy andiamo in bagno a darci una ripulita. Ci rivestiamo e torniamo in albergo.
L’indomani, dopo colazione, torniamo al loft, dove troviamo già il ragazzino che abbiamo scelto per Enrico, con indosso solo un sospensorio che mette ben in mostra le sue chiappette glabre e toniche.
“Come potete vedere, Luz non ha inibizioni: appena arrivato si è tolto tutto. Non vede l’ora di conoscervi!”, ci dice Gerry. “Michel sta facendo una doccia: viene subito. Nel frattempo vi presento il nostro amichetto”.
Luz ci viene incontro sorridente: ha un leggero baffetto sotto il naso e un pizzetto appena accennato al mento. I capezzoli sono due bottoncini scuri, come il buco del suo culo che abbiamo visto ieri sul book. E’ alto la metà di Enrico e poco più basso di me, ma, chissà perché, sembra ancora più piccolo di dimensioni. Presentandosi, dà la mano al mio boy e ammicca a lui molto vistosamente, facendogli capire che gli piace molto. Bene: almeno il piacere è reciproco.
“Buongiorno, ragazzi!”, ci saluta Michel, entrando nell’open space in accappatoio. “Avete già fatto le presentazioni? Bene! Vado ad asciugarmi e iniziamo. Enrico: tu intanto puoi metterti comodo. Cominciamo più o meno come ieri, ok?”.
“Ok”, concorda il mio gigantone, che si mette in disparte e comincia a spogliarsi, rimanendo in slip. Noto che Luz lo guarda mordicchiandosi la punta dell’indice e sollevando le sopracciglia. Apprezza molto il fisico del mio ragazzone e, d'altronde, so già che non rimarrà deluso dalla sua prestazione.
“Eccoci!”, esclama Michel entusiasta, rientrando da noi. “Mettiamoci seduti sul divano e cominciamo!”. Parla alla prima persona plurale, ma intende dire che Enrico e Luz devono accomodarsi. “Vi toccate, vi baciate e poi andate avanti come volete, d’accordo?”, aggiunge, e poi traduce in spagnolo per il ragazzino, il quale annuisce impaziente.
Enrico si volta verso il cubano, gli sorride, gli mette una mano sulla nuca e lo avvicina a sé per baciarlo. L’altra mano gliel’appoggia sulla coscia, accarezzandolo delicatamente.
“Ciak!”, urla Michel e Gerry comincia a muoversi davanti ai due attori. Adesso anche Luz ha alzato la sua mano, andando a tastare il torace del mio boy. Mi accorgo subito di un sospiro quasi spontaneo del ragazzino: il contatto con il corpo possente di Enrico lo ha scosso un po’. Poi, la sua mano scende giù lungo la pancia del mio ragazzone e arriva velocemente al suo pacco. Lo palpa vistosamente, per la gioia dei futuri spettatori, e un mugolio di apprezzamento esce dalla gola del ragazzino.
Con l’altra mano, Enrico, invece, si concentra su un’areola del suo partner: la solletica col polpastrello del pollice e poi la strizza anche con l’indice. Il petto di Luz si solleva per favorire le carezze del mio boy e tutto il corpo del cubano si incolla a quello dello stallone.
Le labbra del ragazzino sono particolarmente avvolgenti: la loro carnosità fa sì che riesca a prenderci dentro tutte quelle di Enrico, tanto da succhiarle avidamente. Di tanto in tanto si vedono le loro lingue aggrovigliarsi e scavarsi reciprocamente tra le fauci. Quindi, il gigantone si tuffa sul petto del ragazzino, aggredendo un suo capezzolo: questo reagisce sgranando gli occhi e spalancando la bocca, emettendo contemporaneamente un gemito di piacere. La punta della lingua di Enrico insiste su quella del bottoncino di Luz, facendola ondeggiare su e giù. Il cubano ansima e si fissa il torace.
Poi, Enrico si rialza e preme la testa di Luz verso il basso, finché il suo naso non sbatte contro il suo inguine. Il ragazzino strofina la faccia contro gli slip dello stallone e annusa i suoi afrori. Massaggia l’asta già dura per tutta la sua lunghezza, mostrando con occhi infuocati di apprezzare molto, quindi infila due dita nell’elastico e tira in fuori. Il cazzo salta su, andando a colpire le labbra del ragazzino, che subito le schiude e avvolge la cappella, incavando immediatamente le guance nell’atto di succhiarla.
Così come poco fa con la bocca di Enrico, anche col suo cazzo le labbra di Luz appaiono molto prensili: sembra che ci stia mettendo tutto se stesso nel ciucciare il glande. E siamo solo all’inizio!
Il piccolo cubano inginocchia sul divano e mette ben in mostra le sue chiappe scoperte, incorniciate dagli elastici del sospensorio. Gerry indugia qualche secondo su quel particolare per poi tornare a riprendere la suzione. Adesso Luz sta scendendo giù lungo l’asta del mio gigantone, al quale sembra piacere la mossa, visto che reclina il capo indietro, appoggiandolo allo schienale del divano. Una sua mano si adagia sulla nuca del ragazzino e accompagna il suo saliscendi, lento e cadenzato. Le labbra carnose del cubano arrivano fino a toccare il rosso pelo pubico di Enrico e poi risalgono fino a scoprire parte della cappella. Quindi, ridiscendono e si stringono attorno al palo di carne, ruotando in entrambi i sensi e così massaggiando la nerchia del mio boy.
Quando risale, Luz lascia andare la minchia e si accuccia tra le cosce di Enrico, andando a leccargli i coglioni gonfi di caldo nettare. Il mio boy allarga le gambe e si lascia lavorare i lombi, che spariscono uno dopo l’altro dentro la bocca della troietta. Il suo cazzo sussulta stimolato dalle carezze alle palle, e ondeggia a destra e a sinistra in attesa di essere di nuovo oggetto delle attenzioni del cubano.
Non dobbiamo attendere molto: infatti, il ragazzino, senza smettere di dedicarsi ai due pendenti, agguanta l’asta con una mano e la masturba senza fretta. Estrae la lingua e lecca tutto l’apparato genitale del mio boy dalle palle su su fino al frenulo, che si sofferma a titillare con insistenza, mentre alza lo sguardo verso il suo stallone, ammiccando come una puttanella navigata. Enrico lo fissa con sguardo contratto e inspira a denti stretti, lasciandosi lavorare senza intervenire o dare istruzioni. Soltanto, allunga una mano sulle chiappe sporgenti di Luz e ci infila un dito in mezzo, per solleticargli la rosellina.
“AAAAAAhaaaa!!! MMMMMM!!!”, geme la troietta, facendo diversi giri di lingua intorno al glande rosso fuoco di Enrico, il quale leva per un momento il dito dal suo culo per sputarci sopra e poi riportarlo dov’era prima. Stavolta, però, esercita una lieve pressione sul buchetto e ci affonda dentro immediatamente. “Oooohooooo!!!”, mugola, di nuovo, Luz, sfoggiando un sorrisetto complice e chiudendo e riaprendo gli occhi in segno di piacere. Quindi, si china completamente sull’inguine di Enrico e si pianta l’asta, per tutta la sua lunghezza, fino in gola.
“Oh, porca putt…!”, esclama il mio boy, irrigidendosi e dimenticandosi per un istante di essere ripreso da una telecamera. Le guance e il collo del ragazzino si gonfiano sotto la pressione dell’uccello del mio boy. Rimane così fermo per qualche secondo e poi risale su con la bocca semiaperta, per mostrare tutta la bava che gli ha fatto secernere il gusto che gli ha dato ingoiare tutta quella roba. Si lecca le labbra per spezzare i fili di saliva che legano le sue labbra al cazzo e poi ci si rituffa sopra come prima.
Ancora una volta, Enrico diventa di legno e preme con l’altra mano sulla seduta. La testa gli cade indietro, ma si trattiene dall’imprecare. Di nuovo Luz sale su e fa lo stesso giochino.
La terza volta, invece, decide di andarci giù più pesante. Ingoia tutta la minchia, ma, invece di sputarla dopo qualche secondo, comincia a pomparla come se non ci fosse un domani; si rialza un po’ e unisce alla bocca anche entrambe le sue mani. Così, mentre succhia aspirando come una Hoover da 2200W, masturba il cazzone stringendolo forte tra i palmi. Le mani lasciano l’asta quando la bocca scende giù e la riagguantano quando sale e, via via che procede, aumenta la velocità.
Non credo che questo ragazzino non sappia che, continuando così, finirà per fare sborrare il suo stallone. Anzi, avendo una certa esperienza, non escludo che sia proprio quello che vuole. E anche Enrico sembra averlo capito, tanto che estrae il dito dal buco del suo culo e afferra con tutt’e due le mani la testa della puttanella, dettandogli lui il ritmo della pompa.
“Ah! E’ questo che vuoi? E’ questo che vuoi? E allora prendilo! Prendilo tutto, troia!”, rantola il mio boy, che, come prevedevo, sta per arrivare. Nel momento in cui inizia ad eiaculare, spinge il capo di Luz contro il suo inguine impedendogli di rialzarlo. La puttanella sgrana gli occhi preoccupata, quando il primo schizzo gli colpisce la gola, come percepisco dal movimento dei coglioni di Enrico, che si ritraggono.
Uno strillo soffocato del ragazzino testimonia quello che pensavo: il mio boy gli sta vomitando sperma giù per l’esofago e quello fatica a respirare. In compenso, questa violenza gli provoca quello che sembra un orgasmo orale, perché le sue pupille si rivoltano nelle orbite e tutto il suo corpicino si scuote, mentre il suo culetto strattona indietro e verso l’alto. Nel frattempo continua ad urlare come una maialino sgozzato ed il suo pomo d’Adamo sale e scende, segno che sta ingoiando la sborra che Enrico gli sta scaricando in corpo.
Infine, il gigantone libera la testa del ragazzino dalla morsa della sue mani e quello la solleva di scatto inspirando con un rantolo e tenendo la bocca spalancata per prendere tutta l’aria di cui lo stallone lo ha privato nell’ultimo minuto. Sbava sul ventre di Enrico, lasciando colare sperma e saliva, incurante del lordume nel quale si trova, lui che quando si è presentato a noi appariva tutto perfettino.
Adesso gli lacrimano gli occhi e perde muco dal naso, oltre ad avere il muso sporco delle secrezioni più varie. L’uccello di Enrico, invece, è bellissimo, così duro e lucido, mentre dondola in ogni direzione ancora scosso dalla pressione del sangue.
Il mio boy, per concludere, prende per i capelli il cubano, gli strattona indietro il capo e, avvicinandosi minaccioso, lo apostrofa: “Puttana!”.
“Stop!”, sbraita Michel dal fondo del loft.
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