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Gay & Bisex

Una giornata al fiume (2)


di crigio
15.11.2013    |    7.641    |    3 9.9
"Esaurito lo sperma nel mio sfintere, l’uomo mi lascia cadere giù le gambe e comincia a spompinarmi..."
Mentre sono ancora a culo per aria col viso spalmato sul telo, apro gli occhi per vedere la reazione di Enrico. Lui, però, guarda verso la boscaglia e col braccio chiama qualcuno. Mi tiro su e, voltandomi in quella direzione, scorgo un uomo tra i quaranta e i cinquant’anni, brizzolato e in una forma fisica invidiabile, uscire dai cespugli e dirigersi verso di me. Allora torno a fissare il mio ragazzo e lui mi sorride complice.
Non faccio in tempo a protestare, che l’uomo è già alle mie spalle e si china a ripulirmi la schiena e il culo dallo sperma di Georg. Mentre la sua lingua scorre lungo la mia spina dorsale, dei brividi mi scuotono e la pelle mi si accappona. Poi, mi percorre il dorso all’inverso fino ad introdursi nel mio solco. Quando la punta della lingua sfiora la mia rosellina, le terga mi schizzano per aria.
“Oh no, no, NO!”, protesto perché il mio orgasmo riparte, senza lasciarmi tregua. Ma subito dopo ne vengo talmente coinvolto che vado addirittura col culo incontro alla bocca del tipo. “Oh sì, sì, Sì!”, rettifico. Degli spasmi mi scuotono e mi ribalto, dapprima sul fianco e poi sulla schiena. L’uomo mi afferra le cosce e me le apre riprendendo il suo lavoro di lingua, tutto immerso tra le mie natiche e con il suo culo proteso verso l’alto.
Enrico si schioda dal masso e viene verso di noi. Si inginocchia vicino a me e mi sussurra: “Sei la solita vacca! Però, sai, anche quello lì è una troia che neanche ti immagini!”.
Provo a chiedergli come faccia lui a saperlo, ma una lappata intensa dell’uomo mi spezza il fiato, regalandomi una convulsione di piacere inaudita. Quando riapro gli occhi, Enrico si è portato dietro il culo del tipo, gli sta abbassando lo slip e infine sparisce in mezzo alle sue chiappe. L’uomo chiude gli occhi e mugola come una gatta in calore: il mio ragazzone gli sta lavorando la rosellina e lui se la sta godendo alla grande.
“MMMMMM!!! Dai, sì, stallone mio! Leccami, sì, così! Oh sì, lì, proprio lì! Così! COSììììììììììì!!!”, geme la puttana, contorcendosi e dimenandosi. Quello che sembrava un maschio a tutti gli effetti si sta rivelando una battona da strada. E siamo solo all’inizio! Chissà che sorprese ci riserva?
Quando lo ha portato all’apice del piacere, Enrico si alza in piedi e si sfila il costume. Il suo cazzo schizza fuori più grosso che mai ed io me lo sento già tutto dentro di me. Lui, invece, si inginocchia di nuovo dietro l’uomo e, dando un colpo secco di bacino, lo impala fino in fondo. Quello non batte ciglio, ma emette solo un lungo rantolo di piacere, mentre continua a grufolare tra le mie chiappe. Il suo volto non ha tradito nessuna espressione di dolore, ma solo godimento su godimento. Altro che battona: è una vera vacca da monta! Enrico lo fotte pesantemente, come è nel suo stile, e quello si prende tutta intera la mazza.
Esaurito lo sperma nel mio sfintere, l’uomo mi lascia cadere giù le gambe e comincia a spompinarmi. Succhia che sembra un aspirapolvere da 2.200 W! Anche il mio bacino si solleva per andargli incontro e seguire il suo saliscendi.
“Che ti dicevo?”, mi chiede Enrico, mentre prosegue nella sua cavalcata. “Non è un troione da urlo?”.
“Merda, sì! Mi sta succhiando anche l’anima!”, sbotto in tutta risposta. Il tipo, sentiti i nostri commenti, alza lo sguardo e sorride fiero. Poi si tira su, avanza un po’ verso di me, estraendosi dal culo il cazzo di Enrico, mi risolleva le gambe e mi penetra con un colpo secco.
“ODDIO! MA E’ SPAVENTOSO!”, urlo per le dimensioni esagerate di quel palo.
“Ah sì!”, fa Enrico. “Dimenticavo di dirti che è anche un toro da monta!”.
L’uomo si volta verso il mio ragazzo e lo cazzia: “Parla meno e scopa di più!”, ed Enrico, ferito nell’orgoglio, si incolla a lui, gli cinge le spalle passandogli le braccia sotto le ascelle e, con un fendente dal basso verso l’alto, se lo impala di brutto. Stavolta, il tipo non riesce a nascondere una reazione: la sua schiena si irrigidisce e il suo capo schizza indietro. La sua mazza nel mio sfintere si ingrossa ancora e anch’io, per riflesso, vengo sbalzato verso l’alto. Ricado sui gomiti e mi godo lo spettacolo del corpo dell’uomo scosso da un fremito terrificante. Inspira profondamente con un sibilo, come se gli si fosse ristretta la gola. Gli occhi sono completamente bianchi e la lingua gli pende da un angolo della bocca.
D’improvviso, parla di nuovo: “Sì, è così che ti voglio! Violento e duro! Sfondami il culo, stallone mio!”, ed Enrico ci mette tutte le sue energie per sbragarlo fino in fondo agli intestini. Quello viene proiettato in avanti e si getta verso di me appoggiandosi sulle mani. Mi guarda sorridente e ansimante e mi fa: “Preparati, perché sto per riservarti lo stesso trattamento, puttanella!”. Si gode ancora un po’ il palo di Enrico e poi lo spinge via. Quindi, torna a fissarmi e mi assesta un colpo lacerante nelle viscere.
“AAAAAAAAAAAAAAAAAHHHHHHHHHHHHHHHH!!!”, urlo di nuovo, mentre, ancora sollevato sui gomiti, riesco a vedere il suo cazzo entrare ed uscire da me.
“E poi sarei io la vacca? Ma guardati: stai sbrodolando dal culo, troia!”, mi insulta e continua ad andarci giù pesante, slabbrandomi la rosellina.
“E’ vero, amore!”, esclama Enrico. “Sei una fontana!”.
“Oh sì! Io godo tanto!”, mugolo contorcendomi.
Ma lo sconosciuto non è ancora sazio e, strattonandomi, estrae la sua mazza da me, mi lascia cadere giù la gambe, mi monta sul ventre e si impala sul mio cazzo. Poi si gira verso Enrico e gli ordina di piantargli il palo in corpo. Il gigantone non se lo fa certo ripetere e affonda nell’uomo che, ormai eccitato all’inverosimile, si prende i due membri con estrema facilità. Li fagocita letteralmente, li massaggia e li aspira con i muscoli del suo sfintere e rimbalza sul mio corpo senza sosta. Il suo volto comincia a rivelare un principio di orgasmo: è contratto e digrigna i denti. D’improvviso, il suo petto si sporge in fuori e i suoi capezzoli svettano duri verso l’alto.
“Non fermarti, amico! Dammelo! Dammelo!”, grida a Enrico e questo intensifica i suoi colpi, facendo scorrere il suo cazzo sul mio. “oooooooooooOOOOOOOOOOOOOOHHHHHHHHHHHHHH, sììììììììììììììììììììì!!!”, esplode infine l’uomo, scosso da spasmi su spasmi. La sua testa ricade sulla spalla di Enrico, mentre il suo bacino continua a ondeggiare e a strusciarsi contro i nostri ventri.
Quando il suo orgasmo si esaurisce, come se nulla fosse successo, tira di nuovo su il capo, mi fissa e mi fa: “Adesso è il tuo turno!”. Si solleva, estraendosi i cazzi dal culo, mi smonta di dosso, mi afferra per i fianchi e, con un colpo di reni, ci rigiriamo entrambi. Lui finisce sulla schiena ed io sopra di lui. Mi metto a cavalcioni sul suo bacino e mi impalo sulla sua mazza. L’uomo mi afferra le chiappe e me le sgrulla per farle rilassare e prepararle alla doppia penetrazione. Il suo cazzo mi scorre dentro lentamente. Poi, sentendomi via via più aperto, mi assesta un affondo violento che mi dà la scossa. Mi irrigidisco e poi mi accascio su di lui. Allora, da dietro Enrico ne approfitta per appoggiare la sua cappella al mio buco e cominciare a spingere.
“No! NO! Così è troppo!”, protesto, ma i due stalloni mi ignorano. L’uomo mi allarga le chiappe ed Enrico inizia a sprofondarmi dentro.
“E’ troppo??!! Ma che troppo!!! Guarda come si prende sti due cazzoni, la vacca!”, esclama lo sconosciuto.
“Oddio! Ma quanto sono aperto???”, sbotto, incredulo per la mia sorprendente capacità di ingoiare quelle due enormi verghe.
“Toccati e guarda!”, mi invita a fare Enrico, per verificare la mia dilatazione. Allora, mi infilo una mano tra le cosce e lo spessore dei due cazzi mi fa una certa impressione. Poi vado a sfiorarmi la rosellina e faccio fatica a percorrerne il perimetro. Per di più, la carezza mi provoca un brivido e i due ne approfittano per cominciare a darci dentro davvero. Inizia l’uomo, che di nuovo mi assesta un colpo profondo dal basso verso l’alto. Poi, segue Enrico che mi sbatte forte il ventre contro le chiappe. Prosegue ancora il tipo e quindi si aggiunge il gigantone.
Si alternano così dentro e fuori, con frequenza sempre maggiore e senza tregua. I loro cazzi si ingrossano di più, perché si eccitano reciprocamente strusciando contro sull’altro. A forza di scorrermi lungo le pareti dello sfintere, le due mazze mi fanno godere e godere. La mia schiena si piega lentamente indietro e si attacca al petto di Enrico. Il mio torace spinge in fuori e i capezzoli si induriscono e mi fanno male. Le mani di Enrico risalgono sui miei fianchi e arrivano proprio alle mie aureole che, così inturgidite, sono sensibili oltremisura. E, infatti, non appena vengono sfiorate dai palmi del mio ragazzone, esplodo in un gemito di piacere. Alzo le braccia e cingo il collo di Enrico, cominciando ad agitare il culo.
“Sì, puttanone!”, mi insulta lo sconosciuto. “Come li prendi bene! Ti piace il cazzo, eh?”.
“Sì! Io adoro il cazzo! Voglio più cazzo! Datemi più cazzo!”, chiedo, e i due stalloni smettono di alternarsi dentro e fuori e cominciano a scoparmi simultaneamente, come se i loro membri fossero uno solo. Il nuovo ritmo mi fa cadere in avanti. La mia bocca si spalanca e sbava sulla faccia dell’uomo.
D’improvviso, Enrico mi strattona indietro e, girandomi intorno, si inginocchia sopra la testa del tipo e ci offre il suo cazzo. Ubriaco di lussuria, lo ingoio e lo spompino, mentre l’uomo gli lecca le palle. Pochi secondi e il gigantone mi disseta con il suo seme. Ne spara in abbondanza, tanto che me ne cola giù dalle labbra e il tipo che sta sotto raccoglie ogni singola goccia, con sguardo spiritato.
“Danne anche a me! Ne voglio anch’io!”, brama, ed Enrico mi sfila la mazza di bocca e la infila in quella dell’uomo, che impugnandola, la munge come un folle. Poi si solleva sui gomiti, piega le ginocchia e comincia a scoparmi con colpi frenetici del bacino. L’orgasmo mi si scatena potente: tremo, mi scuoto, sussulto. Lo stronzo di Enrico si china a leccarmi i capezzoli e ogni lappata è una scossa che mi arriva dritta al cervello.
“Sì, troione! Svuotami le palle! Spremile! Così! Così!”, urla l’uomo, mentre si scarica nelle mie viscere. Le sue gambe vibrano, si incolla alle mie chiappe e spara gli ultimi getti in fondo ai miei intestini, rantolando come un animale. Infine, stramazza a terra, immobile e ansimante.
Il suo cazzo scivola fuori dal mio sfintere; lui mi dà due colpetti alle chiappe per dirmi di smontargli di dosso. Quindi, raccoglie il suo slip e se ne va.
“Sei stato superlativo!”, si complimenta Enrico. “Dai, andiamo a fare un bagno!”.
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