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Gay & Bisex

Gangbang a Milano


di crigio
26.09.2013    |    20.081    |    2 9.2
"Quindi, mi sfila il suo cazzo dal culo e subito Danilo smonta dalla mia faccia si inginocchia sotto di me e mi impala..."
“Ciao, amore!”.
“Ehi, ciao! Tutto a posto?”.
“Sì, tutto bene. Ero in palestra e… beh… ecco… ti pensavo…”.
“Quando sei libero, ché ci vediamo un po’?”.
“Domani e domenica ho degli appuntamenti: mi hanno contattato sul blog due tipi che vogliono un servizio completo e quindi sarò impegnato tutti e due i giorni per tutto il giorno. Mi spiace tanto!”.
“A dire il vero anch’io questo finesettimana vado a trovare un amico a Milano. Ah, ma tu lo conosci! Ricordi Ahmed, il turco della crociera dell’anno scorso?”.
“Sì, certo! Eheh, chissà che vuole proporti?”.
“Mi ha accennato qualcosa, ma non è entrato nei particolari. Naturalmente poi ti racconterò…”.
“MMMMM, non vedo l’ora!”.
“Scemo! Tu, piuttosto, mi raccomando: sta’ attento! Non si sa mai chi sono questi tipi che ti scrivono. Ok?”.
“Sì, tranquillo… Mi piace che ti preoccupi per me. Vorrei stringerti e coccolarti…”.
“Già, a chi lo dici! Facciamo così: lunedì vengo a dormire da te, se vuoi, e poi l’indomani vengo direttamente al lavoro, ok?”.
“Sì, buona idea. Così ci facciamo anche una bella cenetta”.
“Bene, allora. Adesso devo andare. Quello stronzo del capo mi chiama… Ci sentiamo più tardi. Un bacio, amore!”.
“Ti amo!”.

È sabato mattina. La sveglia suona alle nove e mi ricorda che devo prepararmi per partire per Milano. La borsa è già pronta, quindi chiudo tutto e monto in macchina.
Per fortuna, non essendo un giorno lavorativo, il traffico verso la metropoli è scarso e arrivo dopo un paio d’ore. Imposto il navigatore con l’indirizzo che mi dato Ahmed e seguo la voce guida. In pochi minuti sono a destinazione: un palazzo signorile dove il turco abita con il fratellino, mentre frequentano l’università. Avevo ragione: il padre deve essere un gran riccone! Invece che parcheggiarli in qualche casa dello studente, gli ha preso in affitto un appartamento! E in che posto poi!
Suono il citofono, il portone si apre e salgo al piano. Uscito dall’ascensore, il turco mi accoglie abbracciandomi: “Ciao, amico! Come stai! Sei in gran forma!”.
“Tutto bene, grazie. Vedo che anche tu ti mantieni bene!”, gli dico, squadrandolo da capo a piedi. È il solito strafigo, e quegli occhi grigi continuano a stregarmi come la prima volta che li ho visti. “E vedo anche ti tratti bene!”, aggiungo accennando all’appartamento, che anche dentro appare molto lussuoso.
“Beh, mio padre non voleva che stessimo in quelle bettole di casermoni per studenti e ci ha comprato questo loft”.
“Comprato!?”, penso. “E’ addirittura più sfondato di quanto credessi!”.
Mi fa accomodare in una camera per gli ospiti e mi mostra il bagno, dicendomi che, se voglio, posso fare una doccia. E comunque di considerarmi come a casa mia.
Dopo essermi rinfrescato, andiamo in salotto a chiacchierare: “Allora”, inizia lui. “Per stasera ho invitato un paio di amici miei e altri due amici del mio fratellino. Ti ricordi di Faruk, vero? Vedrai com’è sbocciato dopo la lezione con te! È diventato uno stallone!”.
“Beh, come suo fratello!”, ammicco io.
“Fa’ poco lo sfacciato, altrimenti stasera te la faccio pagare!”.
“MMMM, non vedo l’ora!”, lo provoco.
“Piuttosto, che mi racconti di te?”.
“Beh, la novità più bella è che sto con un tipo… Ricordi Enrico, il ragazzone della squadra di calcio a cinque!”.
“Ma chi? Quel biondone superdotato che ti ha squartato il culo? Sì, certo che lo ricordo! Ah, quindi state insieme. Bene. Sono contento per te. Ma lui sa che tu sei qui?”.
“Sì, sì. Abbiamo deciso di non limitare le nostre esperienze. Noi stiamo insieme perché c’è un sentimento che ci unisce, ma questo non deve impedirci di continuare a divertirci come facevamo prima”.
“Bel modo di vivere una storia! Ammirevole! E credi che così durerà molto?”.
“Non mi pongo il problema! Durerà finché durerà!”.
“Bella filosofia! Dai, ora andiamo in centro ad incontrare Faruk e a mangiare qualcosa!”.
Mi porta in un localino vicino a Piazza Duomo e dopo un po’ arriva il suo fratellino.
Fratellino un cazzo! È diventato un marcantonio da paura, anche più bello di Ahmed che ha dei tratti più duri. Faruk è più delicato, più alto e ha un portamento più fiero.
“Sai”, mi rivela. “Mi sono iscritto ad un’agenzia di moda e sto lavorando molto. Mi chiamano spesso”.
“Lo credo bene”, mi complimento. “Sei diventato davvero un bel ragazzo!”.
“Grazie!”, mi sorride, stringendo un po’ gli occhi, più azzurri di quelli del fratellone.
Pranziamo e facciamo un giro. Poi torniamo a casa loro per riposarci in vista della serata.
Verso le 19, mentre i due turchi sono in camera loro, vado in bagno a prepararmi. Ho portato con me il plug che mi ha regalato Enrico e penso proprio che sia stata un’ottima idea: non so i loro amici, ma Ahmed e Faruk hanno delle dotazioni esagerate e ho bisogno di dilatarmi bene. Me lo infilo e lo tengo dentro una buona mezzora, mentre faccio una doccia fresca. Hanno perfino l’idromassaggio e ne approfitto per sciogliermi le membra: sarà utile per rilassarmi ben bene.
Dopo un po’ sento suonare il citofono: “Merda! Sono già arrivati!”. Esco dalla doccia e mi sfilo il plug: “E’ pulito. Perfetto!”. Mi asciugo, mi infilo qualcosa addosso e vado in salotto.
Sul divano ci sono già seduti due ragazzi dell’età di Faruk, direi, belli quanto lui: uno completamente rasato in testa, con un pizzetto biondo e le spalle larghe; l’altro rosso e lentiginoso. Entrambi sono molto alti, un metro e novanta circa: “Loro sono Danilo [il rasato] e Alessio [il rosso]. Sono miei colleghi all’agenzia di moda”, precisa Faruk.
“Ah, ecco!”, rimugino.
Durante le presentazioni dei due modelli suona di nuovo il citofono e dopo pochi minuti entrano altri due tronchi di pino che, soltanto a vederli, mi si scatenano gli ormoni. Stavolta è Ahmed a fare le presentazioni: “Questi sono Gigi e Luciano [pronunciato Lusiano]. Gigi è napoletano, Luciano è del Brasile. Sono miei soci nella palestra che ho acquistato qui a Milano”.
Gigi è castano, con i capelli schiariti dal sole (o forse da mèches), muscoloso e molto abbronzato. Alto anche lui, anche se meno dei due modelli. Luciano è moro, ha il colorito tipico dei carioca e un fascino sudamericano da sturbo, ed è alto circa quanto me.
“Bene: fatte le presentazioni, possiamo cominciare a divertirci”, dice sbrigativamente Ahmed e, cingendomi la vita, mi attira a sé, mi solleva la polo e attacca la sua bocca ad un mio capezzolo iniziando a ciucciarlo. Nella stanza si diffondono gridolini e fischi di sostegno al turco, che intanto intrufola una mano nei miei bermuda e mi palpa il culo.
“Beh, non sarete mica tutti guardoni!”, dice d’improvviso Ahmed rivolgendosi ai presenti che, invece di agire, osservano il turco che mi mette le mani dappertutto. Allora, i quattro ospiti si fanno avanti e si sbottonano le patte, mettendo in mostra dei begli esemplari di cazzo, anche se tutti diversi uno dall’altro. Ahmed mi spinge giù per le spalle ed io sono costretto ad inginocchiarmi, mentre lui mi sfila la maglietta. Gigi comincia a sventolarmi la sua verga barzotta davanti alla faccia e intanto il turco mi sbottona i pantaloncini e me li tira giù, facendo vedere a tutti le rotondità delle mie chiappe.
“Wow!”, sospira di meraviglia Luciano, che è quello che mi sta dietro. Infatti, i ragazzi si sono posizionati a semicerchio intorno a me e aspettano che, a turno, la mia bocca ingoi i loro cazzi. Io non mi faccio certo desiderare e accolgo tra le mie fauci per primo quello di Gigi, mentre Luciano si china ad accarezzarmi le natiche, quasi incredulo per la bellezza del mio culo. Io inarco la schiena per offrirglielo completamente e intanto succhio la mazza del napoletano che comincia ad ingrossarsi e allungarsi mentre lui biascica parole per me incomprensibili. Poi mi mette una mano sulla nuca e mi scopa la bocca.
Accanto a lui Alessio si sta menando il cazzo e allora, dopo un’ultima ciucciata sonora al membro di Gigi, agguanto quello del rosso e lo ingoio tutto in una volta, provocando un sussulto al corpo del ragazzino. Lo spompino animosamente facendolo godere ed arrossire di libidine ancora di più di quanto non sia, finché improvvisamente lo abbandono lasciandolo in preda ad un principio di orgasmo che lui arresta strizzandosi le palle. Io lo guardo con la bocca sbrodolante di saliva e gli faccio un mezzo sorriso di soddisfazione.
Quindi, passo al cazzo di Danilo, già duro perché eccitato dalla vista dei due pompini precedenti. Il contatto con le mie labbra, comunque, fa trasalire anche lui, che sospira profondamente reclinando la testa. Poi si riprende, piega un po’ le ginocchia, mi afferra per le orecchie e mi scopa fino in gola. Quindi, alza lo sguardo e, trovato Ahmed alle mie spalle, gli dice, ansimando: “Che gran pompinara, amico!”.
“Eh sì”, conferma il turco. “E questo è solo l’inizio! Vedrete di cosa è capace!”.
Mi prende un moto di orgoglio: Ahmed deve essere rimasto davvero soddisfatto l’anno scorso ed io, adesso, non ho la minima intenzione di deluderlo. Quindi, aumento l’intensità della suzione e Danilo comincia a rantolare. Però, non voglio che sborri subito e allora lo abbandono alla sua lussuria e mi volto lentamente verso il brasiliano ancora piegato a tastarmi le chiappe.
Quando si alza i miei occhi si sgranano e la mia bocca si spalanca per lo stupore e la meraviglia: tra le cosce gli penzola un cazzo, moscio ma già lungo almeno quindici centimetri, e bello grosso. Approfittando della dilatazione delle mie labbra, Luciano mi affonda dentro quella mostruosità fottendomi le fauci, e mi sembra di sentire un rumore alla mascella. “Questo mi frattura le ossa!”, penso.
Lancio un’occhiata preoccupata ad Ahmed, ma lui è in piedi accanto a noi con quel suo sorrisetto cinico che si gode la scena. Luciano muove ritmicamente il bacino e si strizza i capezzoli, godendo sonoramente.
“Succhia, troia! Hai visto quanto è grosso il mio cazzo? Non te l’aspettavi, eh?”, mi insulta ansimando.
Quando finalmente si tira fuori, devo sistemarmi la bocca con una mano perché ho quasi la sensazione che mi abbia provocato una slogatura. In realtà, è solo la conseguenza dell’inaspettata divaricazione della mascella.
Senza darmi il tempo di riprendermi, Danilo mi afferra la testa e mi infila il cazzo in bocca. Il suo è decisamente più abbordabile e mi ci dedico con passione lanciandogli sguardi vogliosi.
“Ma guardate questa puttanella! Gli piace proprio il cazzo!”, dice, richiamando l’attenzione degli altri.
Poi è di nuovo la volta di Alessio che nel frattempo si è ripreso e, strappandomi via dal membro di Danilo, mi affonda il suo completamente, rantolando e vibrando: “Aaaaaaahhhhhhh!!!!!!”. Anche il suo cazzo è di dimensioni normali, mentre quello di Gigi, che si sta masturbando alla mia sinistra, sta assumendo proporzioni interessanti. Allora, do due lappate al frenolo del rosso e lo lascio in preda a tremori del corpo ancora più potenti, tanto che si aggrappa a Danilo stringendogli una spalla, mentre si strizza l’asta per frenare l’orgasmo. Quindi, mi avvento bramoso sulla mazza del napoletano e la succhio con lussuria, mentre lui mi apostrofa: “Ragazzi, avevate ragione: è proprio una gran succhiacazzi!”, e ansima piegandosi in avanti per controllare il godimento che gli sto provocando.
D’improvviso, mi sento afferrare per un braccio: è Ahmed che, tirandomi su, mi spinge sul divano facendomi cadere sulla schiena. Mi solleva le gambe, mi sfila i bermuda e affonda la faccia tra le mie chiappe iniziando a leccarmi profondamente. Con una mano chiama Faruk perché si unisca a lui e quello si inginocchia e si alterna al fratellone nel lappare il mio solco. La vista delle loro lingue che si intrecciano sulla mia rosellina accresce la mia eccitazione, finché Danilo monta sulla mia faccia e mi affoga col suo cazzo.
“Ragazzi, non possiamo lasciare vuota questa bella boccuccia!”, dice mentre mi pistona fino in gola. Poi anche Gigi e Luciano salgono sul divano e, inginocchiandosi ai miei fianchi, mi portano le mani ai loro cazzi che io inizio a masturbare. Quei due membri mi riempiono i palmi completamente ed è eccitante sentirli vibrare al mio tocco.
Intanto, i due turchi mi stanno letteralmente mangiando la rosellina e mi sento fradicio tra le chiappe. Poi, sento la voce di Ahmed chiedere: “Allora, chi vuole scoparselo per primo?”. Non odo alcuna risposta, ma dopo un secondo avverto una cappella solleticarmi il buco e cercare di farsi strada dentro di me. L’unico rimasto è Alessio, quindi non può essere che lui quello che si dà da fare col mio culo. Il suo glande mi penetra, io apro di più la bocca per la sorpresa e il cazzo di Danilo mi arriva fino in gola. Soffoco e tossisco, ma lui non desiste.
Alessio scivola completamente nel mio sfintere e il suo membro, nonostante sia di modeste dimensioni, è duro come il marmo. Lui è certamente il più inesperto: lo capisco dai suoi movimenti scomposti e convulsi e dal fatto che è sempre lì lì per sborrare, tanto che ogni quattro/cinque colpi si ferma per riprendersi. Avrei voglia di farlo venire subito strizzandogli il cazzo con i muscoli del mio sfintere, ma lascio che faccia da solo, mentre mi godo le altre tre mazze molto più appetitose.
Ancora qualche affondo e Alessio sbatte il suo ventre contro le mie chiappe urlando per l’orgasmo e innaffiandomi le viscere. Quindi, mi sfila il suo cazzo dal culo e subito Danilo smonta dalla mia faccia si inginocchia sotto di me e mi impala. La mia schiena si inarca e le mie mani strizzano i cazzi di Gigi e Luciano che fanno una smorfia di dolore. “Ehi, puttana! Ma che cazzo fai!”, rimbrotta Gigi che, prendendo il posto di Danilo, mi affoga con la sua verga sicuramente più grossa.
Adesso il mio lato destro è libero e riesco a vedere Alessio riverso su una poltrona, paonazzo e ansimante, e, in piedi, i due turchi. In particolare, Ahmed cinge le spalle del fratellino e gli accarezza il petto. Questo contatto tra di loro mi risulta nuovo e allo stesso tempo molto eccitante, anche se non mi sorprende: Faruk ha sempre avuto una venerazione esagerata per il suo fratellone e Ahmed una cura strana per il piccolo.
I colpi di Danilo richiamano la mia attenzione sul mio culo: si stanno facendo più violenti e profondi. Rantola: “Oh cazzo! Sborrooooo!!!!!”, e sento il suo caldo sperma fiottarmi negli intestini. “Che culo favoloso, ragazzi! Mai provato un culo così!”, commenta ansimante, andando a stravaccarsi su un’altra poltrona.
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