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Gay & Bisex

La nuova sauna (Giò) (1)


di crigio
29.11.2019    |    9.773    |    6 9.2
"Le sue labbra si incollano al buco e lo succhiano..."
"Stasera ho voglia di divertirmi! Ho letto che c'è una nuova sauna in città: ti va di andarci insieme?".
Ahmed e Faruk, i miei amici turchi, sono di nuovo tornati dalla Francia ed il fratello maggiore mi telefona per propormi una serata all'insegna del divertimento.
"Perché no!", rispondo. "Enrico è via per una partita di calcio a cinque ed io rimarrei tutto solo. D'accordo, dai! Ci vediamo alle 22.00 da me?".
"Anche Faruk è impegnato col lavoro. Allora ok. A dopo". Ahmed mette giù ed io guardo l'ora. Sono già le 20.30: ho giusto il tempo di prepararmi. Speriamo solo che questo nuovo locale non sia una delusione.
Il turco arriva puntualissimo. "Scendo", gli dico quando suona al citofono. Prendo le chiavi e corro giù per le scale. Col navigatore individuiamo il posto e lo raggiungiamo in men che non si dica.
E' piuttosto anonimo: da fuori sembra un semplice capannone. Parcheggio l'auto e ci dirigiamo verso quello che sembra l'ingresso, segnalato da una flebile luce al neon. Aperta la porta, ci troviamo di fronte una reception con un tipo allampananto che, dietro pagamento della quota, ci dà la chiave di un armadietto, un paio di ciabatte e un asciugamano. Quindi, andiamo negli spogliatoi e ci spogliamo. Con il telo intorno alla vita iniziamo ad avventurarci per i corridoi della sauna, in verità alquanto deserti.
"Che ne dici di dividerci?", mi propone Ahmed. "Ci ritroviamo negli spogliatoi tra un'ora, ok?".
"Va bene", e non faccio in tempo a rispondere che già sparisce dentro una cabina. Deve avere adocchiato qualcosa di interessante e se la vuole godere tutto solo. Che stronzo!
Comunque non voglio dargli addosso e anch'io mi rifugio in una cabina. Mi siedo sul divano e guardo il video trasmesso dal monitor, in attesa che passi qualche soggetto che mi stuzzichi.
La penombra e l'ora tarda mi fanno quasi sonnecchiare e non mi accorgo che ricevo la visita di qualcuno. Solo quando una mano mi afferra la testa e me la fa ruotare verso destra mi ridesto un po'. Quando poi qualcosa di caldo e umido mi percuote le labbra ritorno completamente in me. Schiudo la bocca e lascio entrare quello che sembra un succoso arnese. Le mie guance si gonfiano e capisco anche di avere a che fare con un uccello di proporzioni non indifferenti, nonostante sia ancora solo barzotto.
Tra le mie fauci acquista subito tono e comincia a colpirmi la gola. La mia salivazione aumenta e mi sento mugolare ogni volta che la cappella mi perquote l'ugola. Agguanto le chiappe dello sconosciuto e gli impongo il ritmo. Sono natiche piccole e toniche, lisce come quelle di un bambino. Il cazzo è ormai duro e mi pulsa in bocca. E' leggermente curvo all'insù e devo correggere la mia postura per non farmi strozzare.
All'improvviso la mano che ho sulla nuca mi spinge indietro, mi torce il collo verso sinistra e mi respinge in avanti. Le mie labbra ancora schiuse vengono nuovamente violate, ma la forma che percepisco adesso è diversa: il cazzo è leggermente piegato verso destra e il glande è più grosso.
"Ma è un'altra verga!", penso tra me e me. Alzo lo sguardo e cerco di capire che sta succedendo. Sto abituandomi alla semioscurità e con la coda dell'occhio riesco a percepire una coppia di ghigni che mi sovrastano, oltre a quattro occhi che scrutano nell'oscurità. La luce che proviene dal monitor illumina le parti chiare di questi due corpi e me le fanno distinguere bene.
Anche stavolta afferro il culo del mio aguzzino e anche stavolta sento due chiappe sode, piccole e lisce. Questo stallone sembra più porco del primo: rantola mentre mi fotte le fauci e mi colpisce il naso col ventre, incurante di strozzarmi affondandomi con tutta l'asta nella gola.
Poi, due mani mi prendono per le spalle e mi costringono ad alzarmi. Quindi, mi spingono in giù per farmi inginocchiare. Mi ritrovo a pecorina, con una cazzo che torna a farsi spompinare ed una bocca che mi perlustra il solco anale. Una lingua invadente mi solletica la rosellina e poi inizia a perquisirmi lo sfintere.
Mi contorco e gemo. "Che troia succhiacazzi!", mi insulta il tipo che ho davanti. "Senti come gode, fratello!", continua.
"Oh, sì!", risponde l'altro. "E tu dovresti sentire che buon sapore che ha!".
"E allora levati un po'!", rimbrotta il primo, che mi svuota la bocca e si mette dietro di me al posto del secondo.
Con la lingua dura mi penetra e mi strappa un sospiro. "Oh, merda!", esclamo, e mugolo come una gatta in calore mentre lo stronzo perlustra ogni anfratto delle mie viscere. Le sue labbra si incollano al buco e lo succhiano. Il piacere che provo mi fa spingere in fuori e la mia rosellina si gonfia, offrendosi sempre più allo stallone.
"Credo che sia già pronto", dice quello, scollandosi. Per un attimo vengo abbandonato, ma subito dopo qualcosa di grosso e duro spinge contro la mia apertura e la sfonda. "Oh, sì! Era proprio pronto!", sussurra l'energumeno mentre mi scivola in corpo. Intanto che l'asta mi scorre dentro, delle dita mi massaggiano il perineo, accentuando il mio godimento che non cerco in alcun modo di nascondere. Uno dei due mi infila due dita in bocca, che ritira subito. Credo di sentirmele, un momento dopo, vicino alla rosellina profanata, che cercano di entrare anche loro insieme al cazzo che mi penetra già. Ci riescono e il proprietario si stupisce della cosa.
"Porca puttana! Guarda, fratè! Ce ne starebbe anche un altro!", sbotta, e l'altro lo prende in parola.
"Beh, possiamo provarci, no?", suggerisce, e sento un corpo farsi spazio sotto il mio. Un altro uccello mi percuote le chiappe, mentre il primo sguscia fuori dai miei intestini. "Siediti sopra!", mi ordina il tipo sdraiato, ed io, ruotando il bacino in avanti, mi impalo sulla sua nerchia. Poi mi chino in avanti e mi struscio sul suo corpo. Cerco le sue labbra e lo limono profondamente. Nel frattempo, un altro glande spinge contro il mio buco per entrare. Mi rilasso e la mia mucosa si dilata, lasciando passare anche la seconda minchia.
"Sìììì!", ansima lo stallone dietro di me. "Direi che ce la può fare a prendere quello di papi".
"Senza dubbio... slurp...!", risponde il tipo sdraiato.
Ma che stanno dicendo questi due? Chi è questo papi? Queste domande mi riempiono la mente, ma non mi impegno troppo a trovare o a chiedere una risposta, perché sono travolto da un turbinio di sensazioni provocate dall'andirivieni di due grosse verghe su per i mio culo.
"Senti come scorrono!", fa uno.
"E' tutto bagnato!", aggiunge l'altro.
"Una vera puttana!", continua il primo. "Sento il tuo cazzo contro il mio, fratè! E' così bello!".
"Oh, sì! E' meraviglioso!". Gemono all'unisono e poi uno mormora: "Lo riempiamo insieme? Ci sei, eh? Ci sei?".
"S... sì... quasi... ci sono... oooohhhh... ecco, ci sono... sì... sì... sììììììììììì!!!".
"Anch'io... anch'io... anch'ioooooooooooo!!!".
Fiotti su fiotti di sborra mi colpiscono dentro ripetutamente. Mi sento tutto fradicio, sporco, e la cosa mi fa godere come una vacca. Lo sperma cola fuori dallo sfintere e, sculettando leggermente, per non fare uscire le mazze, contraggo piano i miei muscoli interni mungendo i due stalloni, che non smettono di svuotarsi i coglioni.
"Cazzo, fratè, ne sto facendo in quantità industriale!".
"Anch'io, porca di quella troia!", conferma il tipo sotto di me. "Ma che minchia fai co' sto culo?", mi chiede stupito.
"Ti piace, tesoro?", gli chiedo con fare da troia navigata.
"Oh merda... oh merda...!", urla all'improvviso quello dietro. "Sto per venire di nuovooo... oooo... oooooohhhhhh!!!", e il suo urlo si trasforma in un rantolo soffocato, mentre altri schizzi invadono le mie viscere. Io mi sollevo e, cingendogli il collo, mi giro indietro e cerco le sue labbra.
"Sì, dai, stallone mio! Dammela tutta! Dammi tutta la tua sborra! Innaffia il mio giardino! Ne ho tanto bisogno!", e, dicendo queste parole lescive, non mi accorgo nemmeno che anche in me sta montando il piacere. Il godimento mi coglie impreparato ed uno spasmo mi fa sussultare, spezzandomi il fiato. Un altro arriva subito dopo senza che riesca respirare e la successione di convulsioni è così frequente che inizio a tremare tutto, da capo a piedi. Mi aggrappo al collo dello stallone e sento che si lamenta della morsa in cui il mio culo sta stringendo la sua nerchia. Anche il tipo sotto è nel panico: cerca di divincolarsi ma allo stesso tempo gli piace farsi masturbare dai miei miscoli rettali, tanto che, come il suo compare, anche lui si svuota i lombi per una seconda volta dentro di me.
"OH, PORCA DI QUELLA TROIA!", sbraita mentre mi scarica in corpo il suo seme. Scosse incessanti mi percorrono le membra e apnee si alternano a respiri profondi. Uno spasmo improvviso mi fa dilatare all'inverosimile e le due nerchie mi precipitano dentro dilaniandomi e centuplicando le mie sensazioni.
"Go... do... Go... do...", singhiozzo, cercando di comunicare ai due sconosciuti quello che mi sta succedendo. Quelli approfittano della mia inaspettata apertura per sfilarsi, ma il mio culo rimane spalancato, vomitando fuori tutto il nettare che loro mi hanno riversato dentro. In preda alla follia, mi volto e mi getto a capofitto con il viso sul pavimento per leccare quel bendidio che altrimenti andrebbe sprecato. Succhio e lecco, lecco e succhio e i due stalloni non hanno più parole adeguate per apostrofarmi. Sono sbalorditi dalla mia prestazione, ma hanno la lucidità per afferrarmi per i capelli e affogarmi con i loro cazzi per farseli pulire per bene. Mi violano le fauci contemporaneamente e mi sento la bocca slabbrata da quelle mostruosità. Con la lingua li percorro in ogni dove, raccogliendo ogni minima goccia della loro sborra e dei miei umori.
Quindi, mi tirano su e, strattonandomi, mi portano fuori dalla cabina.
"Vieni con noi, puttana! Papi non può certo farsi sfuggire una cagna come te!".
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