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Gay & Bisex

Giochi interattivi (2)


di crigio
22.01.2014    |    6.991    |    1 9.4
"D’improvviso, il ragazzo alza la testa: mi sorride spavaldo e inserisce la sua mano tra le mie chiappe..."
“L’uomo brizzolato si metta faccia al muro accanto alla porta e tiri in fuori il culo!”, ordina la voce. “Ragazzo muscoloso: tu ammanetta l’uomo agli appliques sulla parete, in alto; poi apri il cassetto del comodino a destra e prendi lo spanker che ci trovi dentro! Con quello lavorati bene le chiappe dell’uomo!”. L’energumeno obbedisce ed estrae dal mobile una mazza piatta, mentre l’uomo scende dal letto e, appoggiatosi al muro, si posiziona a quarantacinque gradi offrendo il culo come richiesto.
“Biondo: ammanetta la troia sbrodolante alla sponda del letto, aprigli le gambe e leccalo a fondo. Poi stupralo!”. A queste ultime parole mi si gela il sangue, soprattutto considerando le dimensioni della nerchia del ragazzo, ma non ho il tempo di ragionarci troppo che quello mi afferra per i polsi e mi costringe ad incollarli al ferro della sponda. Le manette si chiudono: poi il ragazzo mi prende le caviglie e mi spalanca le cosce, tuffandosi in mezzo e iniziando a ravanarmi con la lingua.
“Oddio!”, esclamo al primo contatto. La penetrazione col dildo e l’orgasmo anale di poco fa mi hanno reso più sensibile alle stimolazioni. E il biondo non è niente male come lesbica!
Stringo tra le mani la catena delle manette e tiro forte. Mi contorco e ansimo ad ogni sferzata di lingua. Un colpo sordo mi distrae dal mio piacere: l’uomo ha ricevuto la prima sculacciata, bella forte, dall’energumeno. Il suo corpo trema per il dolore e il godimento insieme: ha gli occhi semichiusi e si lecca le labbra con lussuria. È praticamente crocifisso al muro alla rovescia e non può spostarsi da lì, proprio come me che sono costretto a subire l’intenso anilingus del biondo.
D’improvviso, il ragazzo alza la testa: mi sorride spavaldo e inserisce la sua mano tra le mie chiappe. Un attimo dopo mi pianta due dita su per il culo, con un movimento secco e profondo. Comincia a fottermi di brutto con quelle, veloce, sempre di più. Poi si ferma e mi accarezza l’anellino col pollice. Quindi, riprende il ditalino, pistonandomi lo sfintere come un forsennato.
“Oh sìììììììììììììììììì!!!”, gemo, e le mie gambe si allargano lentamente, facendo intendere al ragazzo che deve continuare a sfondarmi. Allora, lui aggiunge un terzo dito: subito dopo la penetrazione, il mio bacino sussulta. Quando poi lui riprende a stantuffarmi dentro, il mio ventre rimbalza sul letto in preda a violenti spasmi.
“Cazzo! Ma è proprio vero che sei una troia sbrodolante! Mi stai infradiciando la mano!”, commenta il ragazzo.
“Così… uff!... il tuo minchione… ah!... mmmmm… può entrare… aaaaaaahhhhhh!!!... più facilmente!... ODDIIIIIIIIIIIOOOOOOOOOOO!!!”, gli rispondo, e intanto numerose contrazioni dei miei muscoli interni mi mandano in visibilio e stritolano le sue falangi.
“Merda! Ma stai godendo di nuovo?”, mi chiede stupito.
“Sììììììììììììì! Sìììììììììììììììììììììì!!!”, urlo in preda all’orgasmo.
“Biondo, stupra la vacca! ORA!”, impone la voce al mio stallone. Questo estrae le tre dita, si posiziona bene tra le mie cosce e, cadendomi letteralmente addosso, mi sprofonda in corpo col suo tronco di carne.
“AAAAAAAAAAAAAAAHHHHHHHHHHHH!!!”, sbraito, e le mie gambe si stringono attorno alla sua vita. I miei talloni si piantano nei suoi lombari e lo forzano a restare fermo con tutta la sua asta nelle mie viscere. Invece di aspettare che lui mi scopi, inizio a muovere il bacino in su e in giù prendendomi il suo cazzone.
“Sei proprio affamata, troia!”, mi insulta il ragazzo, che, liberandosi con uno strattone dalla mia morsa, comincia a montarmi come un toro. “Sta’… tranquilla!... Uff!... Non vado da nessuna… uff!... parte! Toh! Toh! Toh!”, aggiunge, ansimando e fottendomi. Allora, per riceverlo tutto intero, scollo le gambe dal suo corpo e mi squarto. “Sì, apriti tutta! Vedrai quanto è bello!”, dice lui, accompagnando il mio movimento. “Sei calda, morbida… uff!... e mi stai ciucciando… la… minchia… col… ah!... col culo!!! Che vaccaaaaaaaaa!!!”, sbotta, e il massaggio del mio sfintere lo fa impazzire, tanto che mi sbraga gli intestini di brutto.
“NO! COSì è TROOOOOOOPPOOOOOOOOOOOO!!!”, provo a protestare, agitandomi sotto le sue grinfie.
“Devo violentarti… uff!... perciò sta… ah!... zitta e godi… iiiiii… iiiiiiiihhhhhhh!!!”.
“E’ troppo! E’ troppo!”, mugolo, mentre in realtà sento aumentare vertiginosamente il piacere. D’un tratto, un’esplosione deflagra nel mio bassoventre e, senza alcun collegamento apparente, anche nel mio cervello. Il mio petto schizza verso l’alto, la mia bocca si schiude lentamente e i miei occhi strabuzzano.
“Minchia! Mi stai cuocendo il cazzo, puttana!”, si lamenta il biondo, che comunque non demorde e continua ad assestarmi fendenti dilanianti nelle viscere.
Sollevo il capo, lo fisso con sguardo di brace e, ormai dominato da un’infinita libidine, gli ordino: “Scopami e taci, porcone!”. Pur sorpreso dal mio cambiamento, lui non se lo fa ripetere e il suo glande martella pesantemente la mia prostata. “Così! Così! Tutto dentro… ooooooooooo… ooooooooooooohhhhhhhhhhhh!!!... NO!... NO!... ODDIIIIIIIIIIIIOOOOOOOOOOOOOO!!!”, grido per il sopraggiungere di un’altra convulsione. Stavolta, tutto il mio corpo viene scosso e il biondo fatica a rimanermi dentro. Si ferma un attimo per evitare che la sua nerchia scivoli fuori dal mio sfintere e poi riparte con più lena di prima. Istintivamente tiro forte una manetta, perché vorrei portarmi una mano alla rosellina per strofinarmela.
“Che c’è?... Uff!... Che… hai?”, mi chiede lui, accorgendosi del mio gesto.
“Accarezzami!... MMMMMMMMMMMMM… Fottimi e… aaaaaaaaahhhhhh!... accarezzamiiiiiiiiii!!!”, mugolo. Allora, si inginocchia bene tra le mie cosce e, senza smettere di pistonarmi dentro, con due dita mi strofina velocemente l’anellino dilatato. “Oh sì! Così! Cosìììììììììììì!!! Dai, così, che godo così!... Uff!... Sì… Sìììììììììììì… Ecco che ne arriva… aaaaaaaahhhhhhhhh… un altrooooooooooooooo!!!”, e un terremoto sconvolge il mio corpo.
“Cazzo! Oh cazzo! Oh cazzoooooooooooooo!!! Vengoooooooooooooo!!!”, rantola lui, proseguendo nella sua cavalcata.
“Sborragli in culo! E tu, troia, tieni tutto lo sperma dentro! Non vogliamo vederne colare neanche una goccia, CHIARO!”, ordina la voce. Il cazzo del biondo si gonfia e mi lacera l’anellino. Il suo busto si contrae verso di me e poi, di scatto, si tira indietro, mentre il suo ventre sbatte violentemente contro le mie chiappe. Un calore improvviso mi riempie le viscere: il seme del ragazzo si sta spargendo dappertutto dentro di me. Tendo i muscoli per trattenerlo, così come mi è stato imposto dalla voce metallica.
“Puttana, me lo stai staccando! AAARGH!”, urla lo stallone, mentre continua a svuotarsi i coglioni. Poi, la sua mazza si ritira ed esce dal mio sfintere.
“Biondo, allontanati! Prendete la chiave delle manette nel secondo cassetto del comodino, slegate l’uomo e portatelo sul letto: vogliamo che lecchi il culo alla troia e che si beva tutta la sborra che ha in corpo!”, si sente nella stanza. L’uomo ha le natiche color porpora: ci manca poco che sanguinino. È stremato e ansima pesantemente. Il tipo muscoloso gli leva le manette e lo spinge verso di me. Lui monta sul letto a quattro zampe e immerge la sua faccia infoiata nel mio solco. La sua lingua si concentra subito sul punto per me più eccitante.
“No! No! Non lì!”, protesto, ma lui insiste, incurante delle mie parole. Avverto una spinta che dallo stomaco scende giù verso il retto. La mia rosellina si apre e la lingua ci sprofonda dentro. Un lungo sibilo annuncia la fuoriuscita dello sperma. Sollevo il capo e il viso dell’uomo è tutto infradiciato dal liquido vischioso. I suoi occhi indiavolati mi fissano, mentre le sue labbra succhiano tutto il nettare. Lecca con voluttà e mi ripulisce ogni centimetro di pelle.
“Bacia la troia e scambiatevi la sborra!”, ordina la voce. L’uomo si tira su e si sdraia sul mio corpo. Io spalanco la bocca e tiro fuori la lingua in attesa della mia ricompensa. Lui me la sputa dentro e poi si tuffa a riprenderla. Con la lingua mi perquisisce le fauci e raccoglie il seme che ci ha appena riversato. Quindi, si alza un po’ e lo lascia colare nuovamente nella mia gola.
“Ora basta! Slegate anche la troia!”, è il nuovo comando della voce. Il tipo muscoloso si avvicina a me ed esegue l’ordine. Mi massaggio i polsi, arrossati per la stretta dei due ferri. “Troia! Va’ nella stanza accanto!”, e faccio per uscire dalla porta, quando l’armadio a sinistra del letto comincia ad aprirsi.
Ma non è un armadio! E infatti, a mano a mano che le ante scorrono sui binari, dall’altra parte si scorge un’altra camera, esattamente uguale a quella in cui mi trovo. Mi incammino e, superate le porte, queste si richiudono alle mie spalle. Poi, uno scatto e la porta della camera si apre. Sull’uscio appare un Dio greco: muscoli al posto giusto e petto villoso. Indossa solo un telo corto in vita che mette in risalto le cosce nerborute. Avanza verso l'interno, mentre io rimango ipnotizzato da tanta bellezza.
“Stavolta vogliamo vedere passione, coinvolgimento, attrazione! Insomma, fate l’amore!”, impone la voce metallica.
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