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A caccia! (3)


di crigio
06.02.2014    |    7.333    |    0 9.1
"Si sdraia accanto a Pino e spalanca le cosce..."
“Dai, mentre aspettiamo che il nostro stallone si riprenda, mettiamoci comodi e godiamoci lo spettacolo!”, dice, ad un tratto, Enzo, stufo di leccare il culo a Pino. Quindi, ci sediamo sul letto rivolti alla camera accanto, dove la puttanella nera si sta lavorando senza sosta i quattro cazzi dei nostri amici. Inginocchiato ai loro piedi, li succhia alternatamente, mentre con le mani ne masturba due alla volta. La schiena leggermente inarcata mette in evidenza la bellissima curva delle sue natiche burrose. Le sue labbra gonfie avvolgono con voluttà l’asta di turno e le sue guance si incavano a dimostrazione del piacere che prova nell’assaporarla.
Adesso sta ingoiando la verga di Enrico, e il mio ragazzone si gode il pompino fissando la troia e respirando a denti stretti. Con le mani si massaggia il torso e poi scende fino alle cosce, incorniciandosi l’inguine e muovendo la nerchia tra le fauci del ciucciacazzi. Le due mani nere, intanto, masturbano le minchie di Paolo e di Knut. Tony, invece, si è scostato un po’ e si sta dirigendo verso il letto. Si sdraia e invita la puttana a montargli sopra a sessantanove. Quella si accovaccia sul viso dello stallone, ma, anziché chinarsi a succhiarlo, rimane dritto, mentre Enrico e Paolo salgono in piedi sul letto e gli offrono le loro virilità. Il tedesco, invece, si accuccia tra le cosce di Tony e inizia a spompinarlo.
La lingua di Tony guizza scattosa contro l’anellino rosa e la troietta agita i fianchi per il piacere che prova. Aspira con avidità la mazza di Paolo, stringendo in mano quella di Enrico. Poi si volta verso il gigantone e inghiotte il suo attrezzo. Paolo gli detta il ritmo del pompino spingendolo e tirandolo indietro per i capelli. Quindi, lo strappa via dall’oggetto del suo desiderio e lo riconduce al suo cazzone, che la puttanella si riprende immediatamente senza protestare. Viene strattonata a destra e a sinistra dai due stalloni, che si contendono la sua bocca vogliosa, per il desiderio di provare il massimo godimento.
Dopo averlo lappato per alcuni minuti, Tony sguscia da sotto il culo della troia e si siede ai piedi del letto, mentre Knut continua a succhiargli la verga. Afferra la testa del mio amico e la affonda contro il suo bacino, piantandogli l’asta in gola. Il tedesco, soffocato da tanta abbondanza, tossisce più volte e sbava. Poi viene spinto via. Tony si alza e si volta. Prende una mano alla puttanella e lo costringe ad avvicinarsi a lui. La fa sdraiare e le apre le cosce. Appoggia la sua cappella turgida al suo buco e quella, in un attimo, gli sparisce in corpo.
Tony sospira di piacere. “Uff! Quant’è caldo!”. La nerchia viene assorbita centimetro dopo centimetro dallo sfintere della vacca nera, che nel frattempo ha già ricominciato a spompinare il cazzo di Enrico, inginocchiatosi sul letto alla sua sinistra, mentre Paolo attende il proprio turno dall’altro lato. Knut, invece, è sotto Tony e gli lecca i coglioni, che dondolano mentre lui si sbatte la porcellina.
D’improvviso, mi sento vibrare. Mi giro a destra e a sinistra: non vedo più Pino. Mi volto completamente e lo sorprendo in groppa a Filippo che si struscia la sua mazza rinvigorita contro le chiappe e la schiena. Lo limona come una gatta in calore e lo fa eccitare nuovamente. Si solleva un po’ di più e poi si infila la cima del cazzo nel solco. Fa forza e quella gli sbraga l’anellino.
“Ah!”, fa il biondino, che emette un gridolino di stupore nel momento in cui quell’enorme albicocca gli trapassa il buco del culo. Alza lo sguardo verso di me e sibila: “E’ enorme!”, ma non smette di premere verso il basso per impalarsi sempre più su quella spranga di carne. A mano a mano che scende, il suo corpicino trema e i suoi occhi si sgranano. Si aggrappa alle spalle di Filippo e scivola giù, sempre più giù, finché le sue natiche toccano il ventre dello stallone.
“Ce l’hai tutto, stronzetta!”, gli fa lui.
“Sì… tutto…! Non so dove mi arrivi, ma ce l’ho tutto!”, ansima il mio amichetto, che subito comincia a rimbalzare e a farsi fottere da quella nerchia favolosa. Sta facendo tutto da solo, perché Filippo è appoggiato sulle mani, leggermente reclinato indietro e si gode le attenzioni della troietta.
“E’ grosso, eh? Ti piace?”, gli chiede.
“S… sì! E’ grossissimo!”, geme Pino, che via via aumenta il ritmo facendo forza sulle gambe. La testa, invece, gli dondola in ogni direzione, spinta dall’ebbrezza del crescente godimento.
Poi, in un attimo cambia tutto: lo stallone gli cinge la vita, si alza caricandosi anche il peso di Pino e si gira. Lascia andare il mio amico sul letto e gli si sdraia sopra. Inizia a pomiciarlo come un porco, mentre vedo ii suoi lombari contrarsi nell’atto di fotterlo.
“AAAAAAAAAAAHHHHHHHHHHH!!!”, sento urlare dall’altra stanza. Torno a guardare lo spettacolo e vedo che il cazzo di Tony ha ceduto il posto a quello di Knut dentro le viscere della Venere nera. Come al solito, il tedesco non si risparmia e, sistematosi bene tra le cosce della vacca, la scopa con dei colpi ben assestati e frequenti. La troia gli mette le mani sulla pancia come se volesse spingerlo via, ma è un gesto di riflesso che non vuole dire nulla. In realtà, l’apertura delle gambe rivela la sua voglia di cazzo e Knut non si fa certo pregare. La puttanella si limita ad emettere degli urletti ad ogni percossa, visto che la sua bocca è sempre piena della mazza di Paolo o di quella di Enrico.
Tony, invece, è dietro Knut e si masturba per tenersi in tiro. Mi accorgo dell’occhiata che lancia al suo compare e capisco che cosa ha in mente. Si avvicina a Knut e gli sussurra qualcosa all’orecchio. Il tedesco sottrae la sua verga alla troia con uno strattone e si fa da parte. Quella si contorce per il dolore provocato dal gesto violento del mio amico, ma subito viene afferrata da Paolo che la mette in ginocchio. Lui si sdraia sul letto e si tiene il cazzo bello dritto verso l’alto. La puttanella gli si siede sopra e quello gli sparisce in corpo. Tony sale sul letto alle sue spalle e unisce la sua nerchia a quella del suo amico nelle viscere della vacca.
“Sìììììììììììì!!!”, rantola la porca e inghiotte entrambe le minchie senza battere ciglio. Paolo e Tony la pistonano con energia, entrando ed uscendo a ritmo alternato. Knut monta sul letto e offre la sua verga alla puttana, che la inghiotte immediatamente, mentre da sotto Paolo lecca e ciuccia le palle gonfie di appetitoso nettare. Enrico rimane appoggiato al muro e guarda quei tre tori sbattersi la vacca: la sua nerchia è dura come il marmo e vibra mentre si gode quell’eccitante scena.
“Non ce lo consumare, ché non sappiamo se riesce a tornare duro una quarta volta!”. Sono parole di Enzo, che, preoccupato di non ricevere la sua dose di cazzo da Filippo, riprende Pino.
Se lo vuoi, vieni a prendertelo, puttana!”, gli ribatte lo stallone. Allora, Enzo si volta e, gattonando sul letto, si avvicina a lui. Si sdraia accanto a Pino e spalanca le cosce. Filippo estrae la mazza dal corpo del mio amico e passa ad occuparsi del fratellone. Si carica le sue gambe sulle spalle e, con un colpo secco, gli sprofonda negli intestini.
“Era questo che volevi, non è vero?”, chiede Filippo.
“MMMMMM!!! Sìììììììì!!! Che meraviglia! Dammelo! Dammelo tutto, maschione! MMMMMM!!! Quanto sei duro!... e grosso!!! Che gran pezzo di minchia che hai!!!”, si complimenta Enzo, mugolando come una prostituta d’alto bordo.
“Ma quanto… è… puttana! Uff!”, sento sbraitare dall’altra camera. È la voce di Tony e non capisco se si riferisca alla vacca che sta sfondando insieme al suo amico oppure al suo ragazzo che si sta facendo sbattere da Filippo.
Preso dalla libidine generale, anch’io mi stendo sul letto e mi squarto, portandomi una mano al solco e iniziando ad accarezzarmi.
“A te ti sistemo tra un po’!”, mi fa lo stallone, vedendomi in quella posizione. Nell’altra stanza, invece, Tony è stremato per l’intensa cavalcata della puttanella. Allora, si fa indietro e si siede su una poltroncina. Anche il cazzo di Paolo scivola fuori dallo sfintere e la troia si guarda intorno stranita: vuole essere ancora fottuta.
Quindi, Enrico non perde tempo: la fa girare sulla schiena, gli apre le gambe e lo perfora con la sua nerchia. Poi le mette le mani sotto le spalle e la tira su; la spinge contro il muro, piega un po’ le ginocchia e comincia a stuprarla.
“Ottima… idea… Uff!”, ansima Filippo, che, assestato un ultimo e potente colpo negli intestini di Enzo, lo abbandona per venire da me. Mi pianta il cazzo in corpo e mi prende da sotto.
Si carica tutto il mio peso e mi porta contro la parete. Ci sbatto contro con violenza, tanta che quasi svengo. Mi tengono desto i colpi di minchia che subito mi trapanano lo sfintere. Merda! È proprio lungo e grosso! Quando esce le mie pareti interne si richiudono, ma quando rientra si tendono talmente tanto che potrebbero strapparsi. La mia prostata viene sollecitata di continuo. Mi aggrappo forte alle sue spalle e gli cingo la vita con le gambe, mentre lui si appoggia con le mani al muro e mi scopa come un forsennato.
Mi fissa con sguardo infoiato: sta sudando ed è affaticato, ma non desiste. Nell’altra camera Enrico fotte la troia nera allo stesso modo e quella fa le facce più strane, travolta dal godimento. Le sue gambe si agitano e produce dei versi curiosi. Una mano, ogni tanto, si stacca dalla spalla del gigantone e sembra chiedere aiuto a qualcun altro degli stalloni, ma questi osservano la scena sghignazzando, senza prestargli soccorso.
“Mi sta sfondaaaaaaaaaaaandooooooooooooooooooo!!!”, urla d’improvviso, ed Enrico, gasato da questa reazione, inizia a darci dentro di brutto. Diventa un animale: a sei/sette metri di distanza sento distintamente il suo ventre colpire le chiappe di quella puttana, che non riesce più a dire nulla. Ha il fiato spezzato dalle percosse. Solo quando è veramente sfinito, Enrico la lascia andare e quella cade rovinosamente a terra, in ginocchio. Tony, Paolo e Knut le si avvicinano e, masturbandosi insieme al gigantone, dopo qualche secondo cominciano a scaricarsi i coglioni sul suo corpo. La sua pelle nera viene rigata dai fiotti bianchi della sborra dei quattro stalloni, che lei, nonostante lo stravolgimento provocato dalla scopata, si affretta a raccogliere con la bocca e con le mani.
“Sì! Datemene ancora! Datemela tutta! Sì, dai! MMMMMMMMMM!!!”, geme, leccandosi perfino le dita lorde di quel succoso nettare.
Intanto, Filippo non demorde: il suo cazzo continua a scorrermi nelle viscere e a donarmi un piacere immenso.
“Wow! Ma ti stai bagnando! Che meraviglia!”, mi sussurra all’orecchio. Ed effettivamente mi sento umido tra le cosce e lui riesce a fottermi con più facilità, grazie agli umori che secerno. Pino se ne accorge e si precipita a succhiarmi. Si inginocchia tra le gambe di Filippo e protende le labbra fino alla mia rosellina sbragata. Al contatto ho un sussulto. Quando poi inizia anche a leccarmi, il mio corpo si surriscalda tutto.
“Ma sei un fuoco!”, commenta Filippo.
“S… sì… Arriva…”, sibilo.
“Chi… arriva…?”, mi chiede lo stallone.
“L’orgasmo!”, gli fa Enzo, che lo ha raggiunto alle spalle. “Adesso sono cazzi!”, aggiunge, e Filippo si irrigidisce. Stimolato dalla sua verga imponente e dalla lingua di Pino, non ci metto molto a raggiungere il piacere estremo. E, come mi è successo le ultime volte, ondate di calore cominciano a salire e scendere lungo tutto il mio corpo. Quando salgono, mi si gonfia il petto. Quando scendono mi rilasso, ma dura poco, perché subito un altro flusso incandescente corre verso il mio cervello.
“Eccolo! Eccolooooooooooooooo!!! AAAAAAAAAAAAAHHHHHHHHHHHHHHH!!!”, grido, e uno spasmo potente mi fa contrarre lo sfintere, che stringe forte la mazza di Filippo, strozzandogliela e pompandogliela.
“No… no… non ancora… aaaaaaa… aaaaaaaaaaahhhhhhhhhhhh…!!!”, protesta lui, ma per l’ennesima volta non riesce a sottrarsi e, costretto dalle mie contrazioni, mi spara in corpo il suo seme. Poi, una convulsione mi fa spalancare il retto e sputare il cazzo. La sborra cola fuori dal buco e Pino corre a raccoglierla, mentre Enzo si accovaccia accanto a lui e si imbocca la nerchia sbrodolante di Filippo.
“Siete dei… Uff!... vampiri assatanati… Uff!...”, ansima il maschione, e in volto gli si dipinge un’espressione beata: ha raggiunto l’estasi.
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