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Gay & Bisex

Knut Bauer e i 40 stalloni (3)


di crigio
10.01.2015    |    6.061    |    0 9.2
"Lui si guarda intorno quasi preoccupato di quello che sta per accadere, anche se suppongo stia facendo la parte: penso che invece sia molto eccitato..."
“Ti va di continuare a giocare?”, chiede a Knut la voce fuori campo di Rico. Il tedesco, ancora in preda ai fumi del piacere, annuisce. Allora, il negrone compare dietro di lui e lo tira su di peso, spingendolo verso un lato del locale. Quando l’inquadratura si allarga, capisco che lo sta portando nella stanza sul retro, quella con i divani.
Solo che, quando la tenda viene scostata, quella stanza si presente in tutt’altro modo. E’ completamente buia, salve alcune candele posizionate qua e là che illuminano alcuni angoli e lasciano intravedere una sling che penzola dal soffitto. Il mio amico viene spintonato finché non ci cade sopra con le mani; poi, viene fatto sdraiare e le sue gambe sollevate e le sue caviglie legate con delle cinghie. Lui si guarda intorno quasi preoccupato di quello che sta per accadere, anche se suppongo stia facendo la parte: penso che invece sia molto eccitato.
Non appena Rico ha terminato di assicurare Knut, dalla tenda compare anche Olly, il cui cazzone adesso gli penzola tra le cosce per una buona lunghezza. Si porta al lato della sling e porge il suo affare al tedesco, il quale torce il collo e spalanca la bocca. L’enorme minchia del barista gli scivola tra le labbra e le sue guance si incavano subito nell’atto di succhiare, mentre Rico si allontana e sparisce dal campo visivo della telecamera.
Dopo pochi secondi, le casse del mio Home Theatre mi rimandano un brusio di voci che non capisco da dove arrivino. Solo quando l’inquadratura si allarga mi rendo conto che nella stanza stanno entrando diversi ragazzoni, anche questi tutti neri, diretti verso il mio amico e guidati da Rico, che sembra illustrare loro le abilità indiscusse del troione che stanno per farsi. I tipi avanzano menandosi le verghe: alcune sono già dure, forse per il solo pensiero di ciò che sta per succedere; altre, invece, pendono e dondolano a destra e a sinistra ad ogni passo degli energumeni.
Con la bocca ancora colma dell’affare di Olly, Knut, attirato anche lui dal frastuono di quelle voci, osserva con la coda dell’occhio chi sta entrando. D’improvviso, lo sconcerto appare nel suo sguardo: effettivamente, i maschioni che occupano la stanza ora sono diversi. Oltre al barista e all’energumeno nerboruto ce ne saranno almeno una trentina, se non di più. Anzi, ricordando il titolo del film, direi che in totale saranno 40!
Per il regista diventa complicato riuscire a muoversi in mezzo a quella folla per riprendere bene il protagonista, ma riesce comunque ad intrufolarsi tra un corpo e l’altro, mentre i negroni si affollano intorno al mio amico steso a gambe aperte sulla sling. Alcuni allungano le mani sul suo torace tonico e sui suoi addominali; altri infilano le dita nel suo solco e lo accarezzano. Al tocco della rosellina, le membra di Knut si irrigidiscono e i suoi occhi si chiudono per il piacere che sta provando. Con una mano afferra il cazzone di Olly e inizia a succhiarlo con più passione, tanto che qualcuno commenta a gran voce: “MMMMMMM!!! Che brava succhiacazzi!”.
“Vuoi provarla?”, chiede, probabilmente, Rico.
“Certo!”, risponde quello di prima, e Olly sottrae la sua minchia al tedesco e lo fa voltare dall’altra parte, dove c’è pronto ad attenderlo un altro attrezzo di tutto rispetto che gli affonda immediatamente fino in gola. Gli occhi di Knut si spalancano di nuovo e le sue labbra avvolgono con gran gusto tutta l’asta, ciucciandola come un bimbo farebbe con la tetta della madre.
“Sì, è davvero bravo!”, mormora il proprietario del cazzo, che muove lentamente il bacino avanti e indietro, scopando la bocca del mio amico. Qualcuno, intanto, si posiziona tra le cosce di Knut e armeggia col proprio affare: ci sputa sopra e lo lubrifica ben bene. Poi, si accosta al solco e agguanta le cosce del troione. Quindi, dà un colpo secco e affonda nelle sue viscere.
Knut rantola e sputa il cazzo che sta succhiando. “Non ci provare!”, lo riprende subito il negrone che gli sta di lato. “Continua a succhiare, puttana!”, e glielo infila nuovamente in gola facendolo soffocare, mentre lo stallone sotto di lui inizia a stantuffargli di gran lena lo sfintere. Dall’altro lato, una mano prende quella del tedesco e la porta ad un cazzo ancora moscio, che Knut comincia a masturbare. Oltre la sua testa compaiono due cosce grosse dai muscoli perfettamente disegnati, tra le quali si staglia una verga dura e dritta che gli sbatte ripetutamente sulla testa.
La mano sinistra del mio amico rimane libera ancora per poco, perché qualcuno gliela afferra e se la porta alla propria minchia per farsi menare anche lui. Un tipo, apparentemente più giovane degli altri e più mingherlino, si china sul ventre della troia e inghiotte d’un fiato il suo cazzo, iniziando a spompinarlo come se volesse staccarglielo. Il busto di Knut si solleva un po’ per la sorpresa di quell’affondo, pur continuando la sua bocca a succhiare il cazzone di prima: i suoi occhi guardano in quella direzione e la fronte si aggrotta, forse per l’intensità della suzione che l’altra troietta gli sta praticando.
“Sì! Pompalo così, amico!”, esorta la voce fuori campo di Rico, che ormai ho imparato a riconoscere. Il ragazzino, allora, non si risparmia affatto e ciuccia la mazza di Knut co tutto se stesso. Ogni tanto ne impugna la base e la masturba contemporaneamente. Il tedesco si agita e la sling comincia a dondolare, rendendo complicato allo stallone continuare a scoparlo in culo, tanto che quello afferra le catene che scendono dal soffitto e cerca di stabilizzarla. Poi, riprende a pistonare il mio amico ancora più forte di prima. Knut sputa il cazzone e sbava: delle urla strazianti gli escono dalla gola, in sincrono con i colpi che riceve alla prostata dal martello d’ebano dell’energumeno. Da dietro, il tipo dalle cosce nerborute gli fa reclinare la testa e lo soffoca col suo mostruoso affare, lo fotte tra le fauci seguendo lo stesso ritmo dello stallone che gli sta facendo il culo. Le mani di Knut abbandonano i cazzi che stavano masturbando e si agitano per aria; dopo qualche secondo la sua schiena si irrigidisce e poi tutto il suo corpo trema. Suppongo che stia provando il primo orgasmo anale della serata, ma i negroni presenti non se ne accorgono neanche e pensano che stia solo facendo “la preziosa”.
E infatti, Rico invita qualcun altro a prendere il posto dello stallone tra le chiappe del mio amico. Quindi, l’energumeno estrae la minchia dalle viscere del troione e cede il posto ad un altro, che, senza indugio, trafigge il tedesco. Questo, già scosso dal godimento, fa un balzo sulla sling e sputa il cazzone dalla bocca. Si tira leggermente su e lancia un grido terrificante contro il negrone che lo sta sbattendo.
“GOOOOOOOOOOOOODOOOOOOOOOOOOO!!!”, sbraita, con la bocca insozzata di saliva e gli occhi strabuzzanti fuori dalle orbite. Due mani, una a destra e l’altra a sinistra lo fanno sdraiare nuovamente con la forza e ai suoi lati compaiono altri due negroni pronti a farsi spompinare. Qualcuno gli torce il collo e subito una nerchia gli riempie le fauci. Le sue guance si gonfiano di colpo e poi si incavano, mentre lui riprende a ciucciare. Dall’altro lato, la sua mano viene ancora riempita da una minchia, che si fa masturbare in attesa di essere anch’essa succhiata a dovere.
E non deve aspettare molto, perché Knut, ormai in preda al piacere assoluto, passa da un cazzo all’altro, come un professionista della pompa. L’orgasmo anale deve averlo mandato in visibilio e ora non cerca altro che nerchioni da soddisfare. Per non parlare del ragazzino che non smette si succhiare la sua verga, ormai diventata dura come marmo, come si può notare di tanto in tanto quando quei labbroni gonfi la liberano rendendola visibile alla telecamera.
D’improvviso, il ragazzino si tira su: è particolarmente alto e, sollevando una gamba, riesce a scavalcare la sling e a mettersi a cavalcioni di Knut, ancora stantuffato in culo dal secondo stallone. Afferra la minchia del mio amico e ci si impala sopra senza esitazione alcuna. Nella stanza si diffonde un sospiro di godimento (credo proprio quello del ragazzino), insieme a grida di giubilo e partecipazione per la mossa inaspettata che quell’imberbe ha messo in atto, con grande sorpresa di tutti. Con le sue lunghe dita il negretto afferra le catene della sling e comincia a rimbalzare come un forsennato sul ventre di Knut, regalandosi piacere con la sua nerchia, che gli sprofonda completamente in corpo, come se nella vita non avesse fatto altro.
La telecamera, che ora fa un primo piano al ragazzino, mi rimanda il suono della sua voce, che dice: “Ho sempre desiderato un cazzone bianco su per il culo! MMMMMMM!!! E questo è veramente grosso… ooooooooooo… oooooooohhhhhhh!!! Quanto godoooooooooo!!! MMMMMMMM!!!”, geme, mentre si dimena sulla pancia del mio amico, ormai stravolto da tutte le sollecitazione che sta ricevendo, in culo, in bocca e intorno alla minchia. Il culetto del ragazzino deve essere particolarmente avvolgente e caldo perché gli occhi del tedesco rivelano la libidine estrema che gli sta montando su.
Intanto, altri due stalloni si portano ai suoi fianchi, mentre un terzo negrone si fa strada tra le sue cosce. L’imberbe, notando le due nuove mazze ai latti del capo di Knut, si china su una della due e la inghiotte d’un fiato, mentre il mio amico si volta dall’altra parte e si dedica alla seconda. Oltre la sua testa, il cazzone duro del tipo dalle cosce di pietra continua a percuoterlo sulla fronte con quell’affare impressionante, finché sparisce dall’inquadratura e una voce (la sua?) ordina al negrone che sta trapanando il culo del mio amico di cedergli il posto.
Il campo si allarga e vedo l’energumeno girare intorno alla sling: quindi era proprio lui che chiedeva spazio. Si mette tra le gambe di Knut e, stringendogli le cosce, lo infilza senza alcun riguardo. Il bacino del tedesco fa un balzo verso l’alto e il suo cazzo affonda completamente negli intestini del ragazzetto, il quale si irrigidisce di colpo e rotea la testa, spalancando la bocca ma senza emettere alcun suono. Poi, tutto il corpicino del negretto comincia a vibrare e un urletto acuto risuona nella stanza in modo terrificante.
“Oh sìììììììììììììììììì!!! Eccolo che arriiiiiiiiiiiivaaaaaaaaaaaaaa!!!”, grida come posseduto, e si accascia sul mio amico, tremando come una foglia, mentre il cazzo di Knut viene letteralmente sputato dal suo sfintere, da dove spruzzano fuori anche gli umori prodotti dalla sua prostata. La rosellina del ragazzino è spalancata, grazie alla spinta dal bassoventre che l’orgasmo gli provoca. L’energumeno dalle cosce di marmo non resiste alla tentazione e, rapido, estrae la verga dal culo di Knut e la infila nello sfintere del negretto, che continua ad urlare: “MMMMMMMMMM!!! Sìììììììììììì!!! Quanto sono troiaaaaaaaaaaa!!!”. E poi, voltandosi verso lo stallone: “Sono la tua troiaaaaaaaaaaaa!!! Sbattimi, daiiiiiiiiii!!! Cosììììììììììììììì!!!”.
Gli stimoli che quel maschione sta ricevendo sono talmente forti da non resistere più. “Vengo, cazzo! VENGO!”, sbraita all’improvviso e spara tutto il suo seme negli intestini della troietta. Questa, muovendosi come una vacca navigata, lo sollecita a scaricarsi completamente i coglioni; poi si porta una mano al buco e raccoglie un po’ di sperma che ne sta uscendo fuori. Quindi, si lecca le dita come fossero stecchi alla vaniglia.
“Com’è buona!”, mugola, mentre le sue guance si incavano nell’atto di succhiare.
Il ragazzetto, poi, smonta dal ventre di Knut, gira intorno alla sling e gli sbatte il suo culo in faccia, aprendo bene le chiappette con le mani. Quindi, spinge e scarica tutta la sborra dell’energumeno nella bocca del mio amico, che ne assapora ogni goccia grufolando come un maiale. Il suo culo, intanto, viene nuovamente riempito dall’ennesima nerchia, che lo sbatte con forza. A quanto pare, questo stallone ha tutta l’intenzione di arrivare presto all’orgasmo e svuotarsi le palle nelle viscere del tedesco.
E infatti, non ci vuole molto: dopo un paio di minuti il negrone annuncia il suo piacere e, una volta liberatosene, si allontana cedendo il posto ad un altro.
A seguire, diversi maschioni riempiono con il loro seme il budello si Knut, il quale, una volta bevuto tutto lo sperma del tipo dalle cosce di marmo dal buchetto del ragazzino, si dedica nuovamente a spompinare gli altri stalloni. E anche qui è un tripudio di schizzi e fiotti che lordano la sua faccia, mentre altri gli irrorano la gola e lo dissetano. Lui inghiotte tutto, anche se ogni tanto tossisce perché soffocato dalla gran quantità di nettare che i lombi di così tanti tori gli stanno regalando.
Gli ultimi due li riconosco: sono il cazzone lungo e nodoso di Olly e quello spaventosamente grosso di Rico. Si posizionano ai lati della sua testa: lui sorride, lieto che i due siano tornati, ne impugna le nerchie e passa dall’una all’altra, praticando loro il migliore dei pompini che abbia mai fatto.
“Cazzo se sei bravo!”, commenta Rico. “Vedrai quanta te ne do se continui così! MMMMMMMM!!!”, rantola, lasciandosi lavorare l’asta dal mio amico. Dall’altra parte, Olly, quando arriva il suo turno, sembra non trovare le parole per esprimere quello che prova. Si limita a contrarre il volto e a sbuffare, così dimostrando di godere come un porco per quella suzione fenomenale del tedesco.
Poi, Knut torna da Rico e gli lancia un’occhiata divertita. Quindi, inghiotte il suo palo d’ebano e, da come muove le labbra sembra proprio intenzionato a farlo venire, stavolta.
E infatti, l’energumeno comincia ad agitarsi: “Sì, così, stronzo! Ecco che arrivo! Oh, come arriiiiiiiiivoooooooooo!!! Arriiiiiiiiiiiiiiiivooooooooooooo!!!”, e inizia a fottere le fauci del mio amico, sparandogli dentro litri di sperma che Knut ingoia ormai senza problemi. “Cazzo! Mi hai prosciugato!”, sospira Rico, alla fine. Poi, gli torce il collo e lo indirizza alla minchia del suo compare. Anche questo sbatte senza sosta le fauci di Knut provocandogli conati di vomito, tanto è lungo il suo affare.
Dopo qualche secondo, per fortuna, anche lui però raggiunge il piacere estremo e finalmente si sente anche la sua voce: “Oh, porca puttana! Quanta ne faccio! Guarda quanta ne faccio, TROIAAAAAAAAAAAA!!!”, urla, insultando il tedesco con ogni sorta di volgarità che si possa immaginare. Tutto quello che non ha detto finora, lo sta sfogando adesso, peraltro in preda ad un violento e potente orgasmo. Knut, da parte sua, non si fa certo spaventare da quelle parole e inghiotte tutte il nettare dello stallone senza perderne neanche una goccia.
“Brava la nostra puttanella!”, si complimenta, allora, Rico, dando qualche buffetto sulla guancia a Knut.
Tutti si allontanano dalla sling, mentre Rico libera il mio amico dalle cinghie. Le sua gambe cadono giù pesanti e lui si alza in piedi, sorridendo soddisfatto. Prende un profondo respiro e fa qualche passo.
D’un tratto, il suo volto si fa sofferente: si piega in due e cade in ginocchio. Poi anche sulle mani. Il capo si solleva e guarda di fronte a sé. La bocca si spalanca e vomita un fiume di liquido denso e bianco. Quando smette, si contrae tutto e il suo culo si protende in fuori. Tra le cosce inizia a colargli tutta la sborra che ha ricevuto nelle viscere. A terra si crea velocemente un piccolo lago e, alla fine, Knut si accascia al suolo, sussultando in preda a spasmi e convulsioni.
L’immagine svanisce lentamente. Seguono i titoli di coda. In ultimo, un messaggio: “Chiamami!”.
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