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Lui & Lei

conoscenze a scuola 11 ( Chiara e Andrea )


di chiara94
06.04.2016    |    3.657    |    11 8.8
"Non avevamo fatto l'amore una , due, dieci volte..."
Il pomeriggio seguente, per ben due volte, il mio campanello suono'. Due visite inaspettate, che mi sconvolsero.
La prima voce che senti' era flebile, ma la riconobbi subito. Era Giada. Ero in pigiama, non mi ero ancora decisa a vestirmi, non avendo l'universita' quel giorno. Era di color fragola, con la faccia di Topolino sulla maglia. L'avevo preso quando ero andata a Disneyland.
Quando le apri' , la trovai sconvolta e dolorante. Aveva forse avuto un incidente in macchina?
La feci entrare, e l'accompagnai di corsa in camera mia, non volendo che mia mamma la vedesse. Sarei stata altrimenti sottoposta ad un interrogatorio di terzo grado.
Mia mamma era molto curiosa, forse perche' mi voleva troppo bene e si preoccupava per me. Se la notte ritardavo di mezzora, iniziava a tempestarmi di chiamate sul cellulare. Ero gia' da qualche anno maggiorenne, mi considerava ancora la sua bambina e le regole erano abbastanza rigide. Mi ripeteva sempre " Un giorno mi ringrazierai, capirai il motivo dei miei insegnamenti " Io la guardavo come un'automa, rispondendole ,come in una catena in serie " Si mamma, hai ragione mamma, grazie mamma ". Era un ritornello ,che nelle stanze di casa mia, si poteva orecchiare piu' volte al giorno.
Giada si stravacco' sul mio letto, mentre andai a prenderle un bicchiere di Coca Cola in cucina. Sopra ' il ripiano dove c'era la bottiglia, era riposto il burro. La sua vista mi fece ripensare alle parole di Diego. Voleva il mio fondoschiena. Forse dovevo dirgli della mia verginita'. Cosa andavo a pensare? Erano cose intime tra me e Andrea, mica dovevo condividerle con lui.
Tornata in camera, la mia amica ,dopo aver ingurgitato il contenuto del bicchiere , inizio a parlare.
" Ti prego Chiara , cosa vedrai e cosa ti diro', dovra' rimanere tra di noi "
Io le risposi " Te lo prometto "
Giada lentamente si sfilo' il maglione e si volto'. Lanciai un urlo, tanto che mia mamma accorse. Fui piu' svelta,
e andai a mettermi davanti la porta. La tranquillizzai, dicendole che stavo vedendo un film horror.
Mia mamma inizio ' con la solita ramanzina " Non guardare quei film, non sono educativi e poi non dormi "
E io risposi con il solito ritornello.
Tornai dalla mia amica. La mia vista era a dir poco sconcertata. La sua schiena era piena di vistosi segni rossi,
sembravano delle strade che attraversavano il deserto. Corsi in bagno, cercai tra le mie creme, e trovai una pomata lenitiva. Non sapevo se potesse alleviarle il dolore, pero' era sempre meglio che non far nulla. Gliela provai a spalmare, ma Giada avvertiva un dolore piu' intenso . Il contatto delle mie dita sulle striature riapri' il rubinetto delle lacrime. Interruppi il massaggio, e la feci distendere sul mio letto a pancia in giu'. Abbassai la tapparella, e spensi la luce, iniziando ad accarezzarle i capelli. Le sussurravo frasi per cercare di rincuorarla, era la mia migliore amica, non potevo abbandonarla.
Giada inizio' a parlare " Sono stati Diego e i suoi due amici, hanno usato le cinture su di me. Mi hanno fatta urlare e piangere come un'ossessa. Diego per me e' come una droga, mi sono innamorata di lui. Una volta mi sono ribellata, e' sparito per una settimana, sono dovuta andare a inginocchiarmi davanti a lui al bar. "
Le dissi di non parlare, di cercare di dormire, che al risveglio il dolore sarebbe diminuito.
Giada continuo'" Mi hanno portata in campagna, non volevano che qualcuno mi sentisse urlare. Il mio eco risuonava tutto intorno, sembrava che le mie urla mi circondassero"
Continuo' a piangere, mentre le davo i bacini sulla testa , per rassicurarla sulla mia presenza. Finalmente venti minuti dopo riusci' ad addormentarsi.
Abbassai leggermente il lenzuolo per riguardare le abrasioni. Quanto erano stati cattivi quei tre ragazzi. Che piacere potevano provare, comportandosi cosi' ?Diego non si accontentava di puntare a orifizi proibiti e vergini,
voleva sfogare la sua rabbia. Perche' ce l 'aveva cosi' tanto con le ragazze? Perche' non cercava di corteggiarle e farle innamorare? Perche' doveva scaricare la sua forza sul corpo inerme di una fanciulla?
Di nuovo il citofono. Andai a rispondere. Era Andrea. Non potevo farlo salire, mi misi le scarpe da ginnastica e il giubbotto, e scesi in pigiama. Appena mi vide, mi scruto' in modo sospettoso.
" Perche' non mi hai fatto salire?" Io gli dissi una mezza bugia, raccontandogli che Giada non era stata bene, e che stava dormendo in camera mia. In tono di sfida , gli dissi che sarebbe potuto salire per controllare. Sembro' tranquillizzarsi.
Come una meteora che cade sulla terra, riprese all'improvviso:"Perche' non hai risposto ieri sera? "
" Avevo il cellulare scarico, scusa"
E lui :" e come e' possibile, se mi dava il segnale di libero?"
Avevo fatto una terribile gaffe, aveva ragione. In pochi secondi dovevo inventarmi una risposta:" La batteria era quasi scarica, il display non si lluminava quasi. Se avessi risposto, sarebbe caduta la linea e si sarebbe spento"
E lui" Non potevi metterlo sotto carica? Chiara non e' che mi stai nascondendo qualcosa? Ti vedo diversa in quest'ultimo periodo "
E io risposi " Pensavo di averlo messo sotto carica, probabilmente avevo collegato male il cavo.Me ne sono accorta quando mi sono svegliata, scusa. Non sono diversa, sono solamente stanca e stressata per lo studio, gli esami del semestre si stanno avvicinando. "
Andrea mi guardo' in modo sospettoso e aggiunse " Devo andare ora, mi aspetta Giorgio, abbiamo la partita di calcetto "
Mi saluto' con un bacio a stampo e si dileguo'.
Il mio ragazzo stava iniziando a sospettare, dovevo stare molto piu' attenta. Abbandonai i miei pensieri, e corsi su, Giada non poteva restare da sola.
Intanto in camera, Giada era intenta scrivere al cellulare. Il testo del messaggio diceva :" Ho fatto come volevi".Il messaggio era per Diego.


Adesso sara' Andrea a raccontare, gli eventi che accaddero quella sera.
Terminai verso le nove la partita di calcetto. Le parole di Chiara mi avevano lasciato molti dubbi. Poteva essere vera la motivazione del cellulare. Pero' Chiara era diversa, anche a letto. Quando facevamo l'amore, sembrava una persona sconosciuta. Non avevamo fatto l'amore una , due, dieci volte. Erano due anni e piu' che facevamo l'amore. Ora Chiara sembrava assente, trasportata in un mondo tutto suo.
Decisi che dovevo saperne di piu'. Presi la macchina e non mi diressi verso casa. Arrivai in un quartiere residenziale. Villette a schiera e palazzi signorili si alternavano ai bordi della strada. Qua e la , qualche villa con giardino e piscina.
Parcheggiai la macchina e mi diressi verso un citofono . Schiacciai un pulsante ." Sono Andrea, c'e' Beatrice?"
Si illumino' il video e comparve il volto di Angelica. Ritorno' dopo pochi istanti, avvisandomi che nel giro di dieci minuti sarebbe scesa.
Beatrice era bellissima. I capelli biondi sciolti le ricadevano sulla schiena, un leggero trucco le illuminava il viso. Indossava un giubbotto sul verde pistacchio, con una parte in pelo che le copriva il collo. Una gonna lunga, con uno spacco laterale vistoso. Dei collant color carne, che proteggevano dal freddo le gambe della regina. Degli stivaletti che arrivavano alla caviglia, con tacco sottile come uno stiletto.
Bea si avvicino' e mi diede i tre bacini. Le dissi che le dovevo parlare. Le proposi di salire in macchina, il freddo era molto pungente. Nell' auto si apri' il giubbotto, appena accesi il riscaldamento.Indossava una camicietta bianca, con dei bottoni dorati.I seni , sebbene fossero di dimensioni piu' contenute rispetto a Chiara, sembravano voler esplodere in quel tessuto.
Iniziai a parlare e Beatrice mi ascolto' con attenzione. Quando il mio racconto fini', Bea mi disse che condivideva i miei pensieri. Anche lei la trovava diversa, la sentiva lontana.
Il mondo intorno a me crollo'. Non erano mie supposizioni solamente,erano confermate da una delle sue migliori amiche.
Bea mi disse che l'avrebbe controllata , che sarebbe stata la mia fidata spia. Mi abbraccio' , dicendomi di non pensarci.
In quel momento non so cosa mi successe, ma il contatto con la regina, risveglio ' bruscamente i miei ormoni. Il mio cazzo stava crescendo dentro le mutande, a vista d' occhio. Era bastato solamente un abbraccio, il sentire il contatto delle sue tette con il mio petto.
Tra di me pensai " Ora o mai piu' " e allungai una mano, portandola all'interno dello spacco della gonna.
Iniziai a godermi il nylon delle sue calze, le mie mani tastavano quelle cosce , che non avevano nulla da invidiare a quelle delle veline. Mi accorsi che il tessuto delle calze era cambiato, e subito dopo senti' il contatto con la pelle. Non erano collant, erano delle autoreggenti.
La regina mi blocco' il polso, e mi redargui' :" come ti permetti? sono una delle migliori amiche di Chiara "
Ritrassi la mano e le chiesi scusa. Al che lei tiro' un sospiro di sollievo.
Ma ormai ero partito, le mie mani si lanciarono come missili, e il bersaglio furono le sue tette. Gliele accarezzai, tastandogliele con irruenza, dovevano essere mie. Cercai di sbottonarle la camicetta, volevo affondare la mia bocca tra quelle tette. Un bottone salto' .
Accortasi della cosa, Beatrice mi spinse via e mi tiro' un pugno sull' occhio. Urlo' " non provarci mai piu' o ti denuncio , bastardo "
Scese dalla macchina , e diede due forti calci alla portiera. Raccolse un sasso e lo lancio' contro il mio parabrezza. Il vetro si crepo'.
Scesi anche io, rincorrendola. Dovevo chiederle scusa, avevo esagerato. La raggiunsi su per le scale
e la bloccai al muro .Mi inginocchiai chiedendole scusa.
Mi chiese perche' mi fossi comportato cosi' . Le confessai che mi era sempre piaciuta di piu' che Chiara, ma che non avevo avuto il coraggio di provarci, fino quella sera. Era troppo bella per me.
A Beatrice si illuminarono gli occhi , anche se solamente per un secondo .
Mi saluto' , dicendomi che si sarebbe dimenticata della cosa . Io la ringrazai, e le chiesi un ultimo abbraccio per sancire la pace.
Di nuovo a contatto con quelle tette, quel calore mi faceva impazzire. Le avevo danneggiato la camicetta, ma non mi interessava. Le miei mani andarono ad appoggiarsi sul suo culo. Beatrice mi diede una leggera spinta per staccarsi e mi disse " Sei proprio fissato " e corse via. Probabilmente andava a cambiarsi , chissa' dove era diretta quella sera.
Intanto qualcuno, da un palazzo dell'altra parte della strada, con un potente cannocchiale professionale aveva visto tutto quello che era successo in macchina.....







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